Ultima modifica 9 Novembre 2016
La terra è la nostra amante. Noi siamo pazzamente, appassionatamente e ferocemente innamorati di lei: questo è il primo comandamento del Manifesto degli ecosessuali.
Ecosessuali: ecco chi sono
Elisabeth Stephens e Annie Sprinkle sono le fondatrici del movimento ecosessuali fondato 11 anni fa in California.
Nello specifico, il termine ecosessualità descrive un movimento di arte, attivismo, teoria e pratica sociale che esplora le connessioni tra il sesso e l’ecologia in diverse forme e contesti.
Okay, la definizione da dizionario ve l’ho data, adesso andiamo oltre.
Avevo letto questo titolo su Vanity Fair e l’argomento mi aveva incuriosito.
Ho poi approfondito e ho scoperto una mare magnum a proposito di questi ecosessuali. E io che fino ad ora ero riuscita a farne a meno.
Perchè dopo i fruttariani e i breathariani (quelli che mangiano aria per non fare male a nessuna creatura della terra), gli ecosessuali dovevo proprio conoscerli.
E così ho studiato minuziosamente il Manifesto pubblicato sul sito delle due leader dell’ecosessuologia.
La nascita degli ecosessuali sembrerebbe essere stata sancita nel 2010 dall’Ecosex Symposium tenutosi a san Francisco, durante il quale le due donne, insieme a esperti sessuologi e attori e attrici (porno) hanno dato vita al movimento.
Il concetto di “esseri ecosessuali” indica il modo nel quale la sessualità deve essere rapportata all’ambiente dice il manifesto.
“Noi ecosessuali abbracciamo gli alberi, massaggiamo la terra coi nostri piedi, parliamo eroticamente con le piante”.
Ma gli ecosessuali non si fermano a questo.
E infatti rispettano l’ambiente come fanno gli attivisti di Green peace: comprano sexy toys in materiali ecosostenibili, accessori “intimi” riciclabili, prodotti biodegradabili (come i lubrificanti), profilattici per la cui produzione non è stato abbattuto neanche un albero in Amazzonia (questo non l’ho letto, ma me lo auguro, guai se non fosse così! ndr).
Insomma gli ecosessuali vogliono che la Terra sia al centro dei loro pensieri e delle loro azioni, anche nell’intimità.
E vanno pure in giro per il mondo a insegnare sesso eco-solidale!
Sì, perché sempre sul loro sito le due cape carismatiche (io mi sono letta pure le loro biografie: una è un’artista, l’altra una ex prostituta newyorkese…) raccontano di avere organizzato bootcamp per insegnare agli interessati un po’ di buono e sano (che più sano non si può) ecosesso.
Sui Monti Appalachi in America, sulle spiagge australiane, qua e là per il mondo, ovunque ci siano ecosessuali interessati a far l’amore con la Terra, persino da Trieste in giù.
Nelle mie ricerche mi sono pure imbattuta in un evento tenutosi in una sorta di giardino botanico a Melbourne in Australia, dove questi ecosessuali compievano le loro performances erotiche con cavallette sul viso, o in camere da letto “apparecchiate” con alberi, cieli stellati e insetti notturni. (guardate voi stessi su questo articolo pubblicato dall’abc se vi dico stupidaggini).
Ecco, il pensiero che le due attiviste vogliono far passare è che la Terra deve essere percepita come un tutt’uno con l’essere umano, un potenziatore di energia ma anche di erotismo, proprio come un amante.
Ma, ci tengono a precisare, il movimento non va inteso come una setta o un gruppo mefistofelico.
Secondo Vanity Fair i praticanti ecosessuali al mondo sarebbero circa 100 mila, e il numero in tendente crescita. Mi chiedo quanti tra questi centomila siano italiani o residenti in Italia, così, per curiosità.
E io che pensavo che la cosa più curiosa oggi fosse stata l’elezione di Trump alla Casa Bianca…