Ultima modifica 12 Gennaio 2024
L’idea è talmente semplice quanto geniale. Lo dice la parola stessa, anche per chi, come me mastica solo quattro frasi in inglese e si attacca con scarsissimi risultati al traduttore automatico quando l’amica oltreoceano scrive esclusivamente in slang.
Bag in box, letteralmente borsa in scatola.
In pratica c’è una sacca di plastica alimentare, molto flessibile, con un rubinetto di spillatura all’esterno. Questa è inserita in un contenitore più rigido, solitamente il cartone. Si riesce a spillare il liquido poco per volta, non si creano bolle d’aria e il contenuto si conserva, mantenendo le caratteristiche sensoriali, senza grossi problemi per alcuni giorni dopo l’apertura. Ci sono formati da un litro e mezzo fino a dieci, ma in Italia il formato più popolare è di cinque litri.
Si usa per tantissimi liquidi diversi: succo di mela, latte, acqua, ma anche per birra e vino. Ed è proprio qui il pomo della discordia.
Da quando è usato per il nettare di Bacco,
le scuole di pensiero
si sono fortemente divise.
C’è chi, più innovativo e filoamericano, ne esalta le caratteristiche positive.
Facilita la movimentazione, riduce gli sprechi, il contenuto non si deteriora, si conserva a lungo anche dopo l’apertura, la forma è adatta sia allo stoccaggio che al frigo di casa, è infrangibile, ecologico e totalmente riciclabile. Dall’altra parte gli enosnob, che additano questa invenzione come una colossale vergogna.
Il vino è una bevanda in continua trasformazione e anche la conservazione in vetro è fondamentale.
Io non sono una grande intenditrice e lascio la parola agli esperti.
Credo solo che se il prodotto di partenza è di buona qualità, anche la bag in box potrebbe essere una soluzione davvero interessante.
Rabbrividisco anch’io all’idea di portare a tavola il vino in cartone, ma un elegante decanter potrebbe fare al caso nostro visto che se è vero che l’abito non fa il monaco, è altrettanto attestato che nelle occasioni importanti anche l’aspetto diventa una parte fondamentale.
Ormai il binomio tra bag in box e vino di scarsa qualità è parte solo del passato e di una campagna pubblicitaria superata.
Ricordiamo infatti che il californiano Cal Naturale è il primo vino biologico in tetrapack che vince una medaglia d’oro in un concorso enologico.
Se poi, la bag in box è anche molto fashion, come piace a me allora non posso proprio oppormi al progresso ecologico e ai pic-nic leggermente alcolici.
Diventa un accessorio fondamentale nel caso di un viaggio negli Stati Uniti, dove è illegale girovagare con alcolici in bella vista.
Ormai ogni scusa è buona per fare un po’ di festa. Per fortuna.
desidererei ricevere listino prezzi completo saremmo interessati alla sacca da lt 5