Ultima modifica 20 Giugno 2019
Di pochi giorni fa la notizia della bambina fuggita da scuola. Qui di seguito una piccola ricostruzione: Milano, una scuola del centro, un pomeriggio come tanti altri. Tre bambine della prima elementare, entrate a scuola solo da poche settimane, escogitano un piano: la fuga durante l’ora di religione. Ed una di loro ci riesce! Chiede all’insegnante di andare in bagno ed indisturbata riesce a prendere lo zainetto, scendere le scale, attraversare il cortile ed uscire, passando sotto il cancello della scuola. La seconda viene fermata in tempo dalla maestra e la terza confessa il piano. Immediatamente interviene la polizia nel panico totale. La storia si conclude fortunatamente bene: la mamma chiama la scuola dicendo che sua figlia è tornata da sola a casa, a pochi centinaia di metri dalla scuola. La notizia ha sconvolto tutti, insegnati, genitori, Dirigente Scolastico e tutto il personale della scuola, che hanno vissuto la vicenda in prima persona, ma ha lasciato sconcertati anche tutti coloro che hanno letto la notizia!
La prima cosa che tutti penseranno è: “Come può una bambina di 5 anni fuggire da scuola, senza che nessuno se ne accorga?” La risposta non è semplice come si potrebbe pensare, ma soprattutto è questa la domanda giusta da porsi?
Questa estate mi è capitato di imbattermi in un film, di cui assolutamente non ricordo il titolo. La storia è molto simile. Tre bambini escogitano un piano perché sono venuti a conoscenza di una notizia che li ha sconvolti all’interno delle loro famiglie. Decidono di simulare un rapimento. La situazione però sfugge loro di mano ed il finale è tragico. L’idea della fuga veniva da un libro che avevano letto…
Quello di Milano non è il primo caso e purtroppo non sarà l’ultimo. Tutti avranno già puntato il dito contro quell‘insegnante che non ha “vigilato” in modo accurato. Ancor di più, io mi preoccuperei dei collaboratori scolastici che non si sono minimamente resi conto di ciò che stava accadendo. Dove stavano in quel momento? La cosa che mi lascia veramente sconcertata però in questa storia è la dinamica. Come possono tre bambine di prima elementare escogitare un piano così accurato, nei minimi dettagli, senza che nessuno, genitori, insegnanti, personale scolastico, ne abbiano avuto il minimo sentore e senza che nessuno se ne accorgesse? Non parliamo di un gesto avventato, un litigio con un compagno, un’offesa, una forma di ribellione. Parliamo di un piano studiato e premeditato.
Chi se la sente a questo punto di scagliare la prima pietra? Viviamo in un mondo in cui nessuno ha più il tempo per “osservare”, che non significa semplicemente guardare. Accadono cose sotto i nostri occhi e neanche sappiamo il perché. Genitori troppo impegnati, insegnati che a volte sono lasciati in balia degli eventi, collaboratori scolastici che devono svolgere il loro lavoro e “tappare i buchi” in quello degli altri, scuole che non sono in grado di assicurare “protezione” per gli alunni. E a rimetterci sono sempre loro: I BAMBINI. Questa non vuole essere una forma di giustificazione, perché scusanti non esistono. Semplicemente un invito a riflettere e soprattutto imparare a porci il problema prima che le cose accadano.
interessante lettura. soprattutto mi piace il fatto che non si sia data la colpa a nessuno, ma che sia stato preso l’articolo come uno spunto di riflessione.
se qualcuno esce dalla scuola durante le ore di lezione credo sia la scuola a dover vigilare. ma sono contenta di leggere un articolo dove non si punta la pistola addosso a nessuno, ma si trae spunto per riflettere sul fatto che oggi siamo tutti distratti e a rimetterci sono i bambini.
Grazie Manuela, era esattamente il mio intento.