Ultima modifica 20 Aprile 2015
Dopo la notizia dei bimbi che possono lavorare, nel rispetto della legge, anche in età inferiore ai 12 anni nei, a loro dire, civilissimi U.S.A. se impegnati nell’agricoltura specie nella pericolosissima, per la loro salute, raccolta delle foglie di tabacco, ne arriva un’ altra altrettanto scioccante, non per il contesto, ma per la mancanza di volontà di modificare le antiche abitudini nell’ottica del raggiungimento di una vita migliore.
In Bolivia si sta lavorando per promulgare una legge che permetta il lavoro dei minori anche in età inferiore a 14 anni e solo per 8 ore, due delle quali dedicate obbligatoriamente allo studio.
Solo 2 ore al giorno, pensate quale beneficio se non una semplice alfabetizzazione potranno trarre quei bimbi.
La cosa più indicativa delle condizioni in cui essi vivono è che questa legge è stata voluta da un preciso sindacato, che esiste solo in quel paese, e cioè il sindacato dei bambini, che è stato ideato ed è condotto da minori di anni 14!
Pensate, bambini che chiedono di essere autorizzati a lavorare per non subire soprusi, vessazioni, ingiustizie di ogni genere.
Dobbiamo lavorare comunque, e allora perché non avere una legge che sancisca i nostri diritti?
Perché anche noi non possiamo essere tutelati?
Ecco il problema è proprio questo, l’obbligo di quei bambini di lavorare per aiutare le famiglie, per potersi mantenere e allora il cercare di istruirsi per migliorare le loro condizioni passa in seconda, terza, trascurabile linea.
Il dato di fatto è che sono costretti a lavorare, non da un capriccio dei genitori, non perché questi siano cattivi, ma, molto semplicemente perché se vogliono mangiare ……….
E, purtroppo, nessuno se ne meraviglia, nemmeno il loro Capo dello Stato perché, anche lui, da piccolo, dall’età di 7 anni conduceva animali al pascolo, anche lui, come quasi tutti i suoi ministri, i suoi parlamentari, i giornalisti e la quasi totalità della popolazione ha iniziato a lavorare molto, molto presto, spesso già a 5 anni e dicono: è una nostra abitudine, è una tradizione del nostro paese, tutti devono lavorare appena o fin che possono.
Il paese aveva aderito al dettato dell’ONU che vieta il lavoro minorile al di sotto dei 14 anni, ma ora alzano le mani davanti alle richieste del sindacato dei bambini. Che bambini non lo sono più o, forse, non lo sono mai stati, sono cresciuti in fretta, crescono in fretta, non hanno tempo per i giochi, per i libri, per istruirsi, perché da sempre sono stati dedicati al lavoro, obbligati al lavoro e allora, come qualsiasi lavoratore, chiedono diritti, chiedono tutele, chiedono condizioni di vita decenti, chiedono di poter almeno vivere.
E, forse, sarà loro concesso, anche se questo provocherà la condanna dell’ ONU, che, come sempre, decide sull’onda di emozioni, decide e fa programmi e progetti anche giusti, ma programmi e progetti che rimangono solo sulla carta, solo belle parole, ma assolutamente mai seguite da fatti, progetti mai conclusi, mai posti in atto.
Si vieta il lavoro minorile, ma non si fa nulla per renderlo inutile, non richiesto, per migliorare le condizioni di quei popoli. Pensiamo ai nostri bambini liberi di giocare, di apprendere, di fare sport, liberi di vivere da bambini.
Anche i nostri nonni, i nostri padri hanno iniziato presto a lavorare, ad aiutare le piccole imprese familiari, a badare alle capre piuttosto che alle vacche, a raccogliere pomodori o frutta, a stare dietro il banco di un bar o a fare gli sguatteri o i mozzi, ma nessuno di loro ha mai pensato ad obbligare, magari al prezzo di grandi sacrifici, i loro figli a seguire le loro orme, anzi hanno voluto, preteso, per loro condizioni di vita migliori, hanno e vogliono che i loro figli vivano ogni fase della loro vita al meglio, sono state promulgate leggi, norme per regolare la vita dei minori, norme che sanciscono i loro diritti, norme che sono, di fatto disattese in molte parti di questo nostro mondo.
Quei bambini che chiedono il riconoscimento del lavoro minorile subordinato almeno dall’età di 12 anni chiedono, contestualmente, che, in caso di lavoro in proprio, essi possano lavorare dall’ età di 5 anni.
Non ho parole!
Sono costretti, per fame, per necessità estreme, a iniziare la carriera lavorativa a 5 anni!!!!!!!!!!!!!