Ultima modifica 23 Ottobre 2019

Per tutte noi mamme arriva il momento di affrontare il tema corsi sportivi dei nostri bambini: si, no, quale, di squadra, inividuale, non troppo faticoso, divertente, che li formi e li disciplini, ma anche comodo e vicino alla scuola e, perché no, a casa… e ovviamente che sia lo stesso che fa l’amichetto/a del cuore.

Scelta facile, no?!

L’anno scorso dopo aver seguito il progetto di Arena acquamica e, soprattutto, dopo aver parlato con Massimiliano Rosolino, ho deciso… Allegra avrebbe fatto nuoto!

piscina_bambino

Proposto in famiglia, e via.

Faticosissima iscrizione: sveglia all’alba (del mio compagno) e coda per acchiapparci il giorno e l’orario migliore.
Segue ricerca del costume perfetto, accappatoio, ciabattine, cuffia.

E arrivò il primo giorno: nello spogliatoio ero, ovviamente, più emozionata di lei… ma già avevo capito che ero di troppo. Tanti anni di studio, milioni di volte in cui mi sono sentita dire “tu che sei psicologa”… e mia figlia non ne voleva sapere di entrare in acqua.

Pianti, sgambettate in aria pur di non mollarmi e di neanche la minima intenzione di avviarsi a bordo vasca.
Molto bene.

Ma cosa sbagliavo?

La FIN ci da delle istruzioni molto importanti da seguire quando dobbiamo affrontare queste situazioni, e ammetto di averle trovate più che mai stimolanti. Sono istruzioni semplici e molto meno impegnative di quello che pensiamo per noi genitori. Anzi. E sopratutto valgono praticamente per ogni tipo di sport che vogliano praticare…ehm, che noi vogliamo far loro praticare.

Ve le racconto e ve le tramando come se fossero dei comandamenti perché voi possiate fare altrettanto con le vostre amiche, colleghe mamme, e con chi chiunque vi capiti a tiro.

Non sostituirsi mai all’istruttore: sono egli esperti, sono in grado di valutare il grado di apprendimento di nostro figlio, li abbiamo scelti apposta (sarebbe stupido cercare di prendere il loro posto, no?).

Non rimproverare vostro figlio se non esegue gli esercizi correttamente, piuttosto impariamo a capire il perché non lo ha fatto. Comprendiamo quali sono le difficoltà nell’esecuzione, le motivazioni dello scarso impegno o della disattenzione.

– Non valutate o fate paragoni di prestazioni con gli altri. Non imponete alcun confronto.
Ognuno ha i suoi tempi e vanno rispettati.

Stimolate il bambino ad essere autonomo, fin dai primi anni di vita sociale: queste dei corsi sono le sue primissime esperienze extra-scolastiche, promuovetele!

Insomma che sia il corso di nuoto, quello di danza, i primi allenamenti e le prime partite di pallone, è indispensabile motivare da parte di noi genitori, ma senza creare aspettative troppo ambiziose.

Sottolineiamo positivamente ogni miglioramento, anche se non è pari alle aspettative, anche se non sono ai livelli sperati.

La sicurezza nasce dall’ approvazione, dall’incoraggiamento e ovviamente da un’analisi obiettiva.

I bambini, per esempio, vanno in piscina per imparare a nuotare si, ma anche per divertirsi e per stare coi loro coetanei.

Quando giocano a calcio ameranno segnare un gol certo, ma impareranno anche ad essere contenti e soddisfatti se segna il compagno di squadra, o se si divertono pur non portando a casa una vittoria.

È molto importante per noi mamme imparare ad accettare i limiti dei nostri bambini.

Ed ovviamente meno ci mostriamo insoddisfatti e delusi noi genitori, meno lo si sentiranno i nostri piccoli.

Non devono soddisfare le nostre aspettative.
Ricordiamocelo.

Non per compensare il nostro orgoglio ne le nostre insoddisfazioni.
Cresceranno e miglioreranno solo col nostro appoggio, il nostro aiuto e la nostra comprensione.

I bambini stessi sono giudici molto severi e giusti.
Lasciamoli fare…

Psicoterapeuta e mamma, mi occupo di adulti e di coppie, di problemi legati alla gravidanza e al post-partum, alla genitorialità, alla relazione di coppia e con i figli… insomma di quello che è la nostra vita quotidiana ne ho fatto un bellissimo lavoro!

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