Ultima modifica 29 Marzo 2019
Oggi alla Casa del Cinema di Roma, nel cuore di Villa Borghese e a due passi dai luoghi della Dolce Vita, siamo andate a vedere l’anteprima di “Bene ma non benissimo”, il nuovo film di Francesco Mandelli in uscita nelle sale il prossimo 4 aprile.
Il film è già stato presentato durante la Festa del Cinema di Roma 2018 nella sezione Alice nella città, dedicata alle giovani generazioni.
Per i temi trattati il film è stato e sarà nuovamente presentato nella scuole, dove finora ha riscosso grandi consensi da parte di docenti, studenti e genitori.
“Bene ma non benissimo” è un film che con leggerezza ma senza alcuna banalità affronta temi attuali e difficili, come il bullismo, l’accettazione della diversità, l’incomunicabilità tra le pareti domestiche, la perdita e la creazione di nuovi legami.
La protagonista principale è Candida Morvillo, interpretata da una meravigliosa Francesca Giordano.
Candida è una ragazzina siciliana, che dopo la perdita della mamma e le difficoltà lavorative del padre, con quest’ultimo parte alla volta di Torino in cerca di quel lavoro e quelle opportunità che sembrano essere precluse nella loro Terrasini.
Candida è una forza della natura, sorridente, aperta, schietta, capace di trovare il lato positivo in ogni situazione, anche quelle più difficili.
E’ lei a tranquillizzare il padre Salvo (interpretato da Rosario Terranova) prima della partenza verso una città sconosciuta, dicendo che il suo cantante preferito – Shade, che appare nel film – è proprio di Torino e quindi è “un segno del destino”.
Candida ed il papà affrontano l’inizio di una nuova vita in condizioni non semplici.
Una sistemazione di fortuna, un datore di lavoro ostico, uno zio emigrato da tempo che sembra quasi ostile all’inizio e soprattutto, il primo giorno in una nuova scuola ad anno scolastico iniziato.
Questo è l’ostacolo più grande da superare, l’integrazione in un gruppo già formato, l’essere l’ultima arrivata, quella diversa – Candida è una ragazzina normalissima, “diversamente magra” come dice suo padre nel film – un facile bersaglio per i bulli della classe.
Lei risponde ad ogni provocazione con un sorriso e con gentilezza, spiazzando chi, abituato a vessare, trova il divertimento nella sofferenza altrui.
Candida scopre di non essere l’unico oggetto delle attenzioni del gruppetto dei bulli: Jacopo, un ragazzino silenzioso ed introverso (interpretato da Yan Shevchenko), appassionato di storia egizia, è il bersaglio perfetto.
Lui infatti, a differenza della ragazzina, subisce senza reagire, anche quando i suoi compagni gli scrivono in faccia “tutankamon” prima di una partita di basket.
Candida ne prende le difese, senza timore, senza vergogna, dicendo chiaramente in faccia ai suoi compagni quello che pensa. Questa è la sua forza, il coraggio nell’esprimere le sue opinioni, nel non farsi schiacciare dal timore del giudizio altrui, il profondo senso di giustizia.
Jacopo e Candida creeranno un legame forte ed indissolubile, un’amicizia che supera anche difficoltà ed incomprensioni, spesso create dagli adulti.
Il pregiudizio degli adulti
Questo è un altro tema molto forte nel film: il pregiudizio degli adulti appartenenti a classi sociali differenti (la famiglia di Jacopo è molto ricca) nei confronti di chi non riconoscono come loro pari. La facilità con cui si danno giudizi sommari basati su stereotipi.
In questo contesto entrano in gioco le due figure femminili a contorno di Candida e Jacopo, le loro mamme.
L’una viva solo nell’immaginazione della figlia, ma sempre presente, positiva e pronta alla battuta, l’altra una figura eterea che si muove quasi come spettatrice nella vita del figlio inizialmente, ma che si rivelerà essere una figura genitoriale solida, sia per Jacopo che per Candida.
Candida è una ragazzina sorridente ma non necessariamente spensierata.
Vorrebbe esserlo, come vorrebbe ancora essere nella sua città, a godere dei suoi amici di sempre, del mare, della vicinanza ai luoghi che la riportano alla sua mamma.
Ma la vita le ha servito una pessima mano e lei trova la forza di trarne il meglio comunque.
Non ha paura a prendere posizione per ciò che ritiene giusto, mettendo i bulli – e non solo – davanti alle conseguenze delle loro azioni, provando compassione per loro perché dice “ognuno è una vittima”.
“Bene ma non benissimo” è anche una storia di inclusione e di accettazione, nessuno è lasciato indietro, anche i carnefici possono redimersi, anche le differenze sociali possono essere superate.
Tornerò a vedere” Bene ma non benissimo” al cinema insieme a mia figlia di tredici anni e alle sue amiche, perché è un film che parla la loro lingua.
Un film che comunica un messaggio che oggi – in un periodo in cui la cronaca ci porta storie di ragazzi che hanno visto nel suicidio la loro unica possibilità di uscire da un incubo – ha bisogno di essere raccontato, sostenuto e condiviso.
“Bene ma non benissimo” 2018, Regia di Francesco Mandelli, Soggetto di Fabio Troiani e Vincenzo Terracciano. Prodotto da Viva Production Storyfinders, distribuito da Europrojects Echo srl – con il patrocinio del Comune di Torino e dell’associazione antibullismo MABASTA
Al cinema dal 4 aprile.