Ultima modifica 26 Ottobre 2020
Molto se ne è parlato e molto ancora si parla degli effetti che i videogiochi esercitano sul cervello e sul corpo umano.
Per i piccoli gli esperti consigliano estrema attenzione. Suggeriscono di giocarci per brevi periodi, consiglio che comunque vale non solo per i più giovani ma anche per gli adulti visti i casi di individui deceduti per aver giocato ininterrottamente per ore.
Ma stavolta, almeno stando ad uno studio pubblicato dal The Journals of Gerontology: Serie B di novembre scorso, vengono messi in luce gli effetti positivi che i videogiochi eserciterebbero sui più anziani.
Anziani e videogiochi: numerosi effetti benefici. Lo dice la scienza.
In breve i ricercatori, hanno suddiviso in due gruppi ed in modo casuale, 51 uomini e donne con età media di 83 anni.
Un gruppo ha utilizzato videogames che stimolano l’allenamento cerebrale, la memoria visiva e la capacità di prendere decisioni rapidamente.
L’altro gruppo invece ha continuato a svolgere le solite attività senza essere sottoposto a nulla di nuovo.
Il risultato ha messo in evidenza che nel primo gruppo, di video-giocatori, la mobilità, l’andatura e la capacità di equilibrio nel muoversi, era migliore rispetto al gruppo di non-giocatori.
Alzarsi e camminare, movimenti che potremmo definire naturali, con l’invecchiamento, tendono a diventare più faticose per gli anziani. Si diventa più anziani e sicuramente più fragili da un punto di vista fisico. Ma non solo, c’è anche una degenerazione cognitiva.
Secondo questi studi, sembrerebbe che i video giochi rallentino tale degenerazione.
Questo se focalizzati ad esercitare l’area cognitiva.
Al momento in ogni caso, i ricercatori non sono ancora in grado di dire se effettivamente tali miglioramenti possano avvenire nella maggior parte degli individui.
In precedenti studi avvenuti all’università di San Francisco e nel North Carolina, dove si sono svolti analoghi esperimenti, gli anziani, video giocatori evidenziano un benessere emotivo e di conseguenza migliori funzionalità sociali, rispetto ai coetanei non-giocatori.