Ultima modifica 20 Giugno 2019
Il principio di bigenitorialità, un concetto che dovrebbe essere ormai di “normale” comprensione e di utilizzo quotidiano, in realtà non è di facile attuazione nel senso pratico delle cose, soprattutto a scuola.
I casi di separazione con affidamento condiviso sono sempre più diffusi, ma non sempre le situazioni sono di facile gestione, trattandosi, nella maggior parte dei casi, di separazioni non pacifiche.
Quante volte noi insegnati ci siamo ritrovati in difficoltà di fronte alle richieste legittime di genitori separati non conviventi, soprattutto, come nella maggior parte dei casi, di papà? Lo scoglio maggiore è sempre stato il passaggio delle comunicazioni scuola/famiglia e la partecipazione attiva alla vita scolastica dei propri figli.
Per evitare qualsiasi tipo di malinteso, con una circolare del 2 settembre 2015, il Miur ha dettato le regole su come gestire i rapporti tra gli Istituti Scolastici ed il genitore separato non convivente, in modo da permettere loro di vigilare sull’istruzione dei propri figli e facilitare l’accesso alla documentazione scolastica e alle informazioni riguardanti tutte le attività previste dal POF.
Questi sono i punti fondamentali del diritto alla bigenitorialità:
- inoltro, da parte degli uffici di segreteria delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di tutte le comunicazioni – didattiche, disciplinari e di qualunque altra natura- anche al genitore separato/divorziato/ non convivente, sebbene non collocatario dello studente interessato;
- individuazione di modalità alternative al colloquio faccia a faccia, con il docente o dirigente scolastico e/o coordinatore di classe, quando il genitore interessato risieda in altra città o sia impossibilitato a presenziare personalmente;
- attribuzione della password, ove la scuola si sia dotata di strumenti informatici di comunicazione scuola/famiglia, per l’accesso al registro elettronico, ed utilizzo di altre forme di informazione veloce ed immediata (sms o email);
- richiesta della firma di ambedue i genitori in calce ai principali documenti (in particolare la pagella), qualora non siano in uso tecnologie elettroniche ma ancora moduli cartacei.
A livello burocratico, sicuramente, queste linee guida tutelano noi insegnanti nel gestire le varie problematiche ed aiutano i genitori al rispetto dei propri diritti. A livello pratico, però, ogni caso ha una sua particolarità e va gestito in maniera diversa. Soprattutto, ognuno di noi deve capire che la bigenitorialità è in primo luogo un diritto del bambino ed il nostro sforzo sta nel rispettare le sue necessità ed i suoi bisogni, recando meno disagi possibili ad una serenità già di per sé precaria.