Ultima modifica 20 Giugno 2017
I bimbi dimenticati in auto negli Stati Uniti sono in media 37 l’anno, recita un articolo pubblicato su Repubblica qualche giorno fa.
Uno ogni 10 giorni, dal 1998 ad oggi.
I genitori in genere giustificano sempre allo stesso modo il gesto. Vittime anche loro di queste dimenticanze.
Erano certi di aver lasciato il bimbo a scuola. O, distratti da un episodio (una telefonata, una discussione, un acquisto improvviso), pur sapendo di avere con se il bimbo, sono scesi dall’auto. Dimenticando il piccolo nell’abitacolo.
Salvo poi ricordare questi bimbi dimenticati in auto quando oramai era troppo tardi.
La chiamano “amnesia dissociativa”.
Solitamente legata, come recita il manuale del bravo psicologo, a disturbi post traumatici da stress.
Che sia amnesia dissociativa, che sia, come invece io che non ho studiato psicologia o psichiatria credo, un “sovraccarico mentale”, che ti fa fare insieme mille cose e magari ti perdi nella 999esima, il fatto è che i bimbi dimenticati in auto sono una tragedia che ha sfiorato anche l’Italia.
Quello che mi viene subito in mente fu il primo caso di cui parlò la cronaca nel lontano 1998 a Catania.
Negli anni questa tragedia dei bimbi dimenticati in auto si è ripetuta. A Merate, a Teramo, a Roma, a Piacenza. Ne avevamo commentato anche noi una tra queste tempo fa.
Tamara, 18 mesi, è l’ultima di questi. È stata dimenticata in auto dalla mamma che era andata al lavoro.
Si può fare qualcosa per evitare che succedano casi di bimbi dimenticati in auto come Tamara e gli altri?
Negli Stati Uniti esiste un database che registra questi casi. E probabilmente questi ultimi sono maggiori al punto da far prendere provvedimenti collettivi. Così sono nate alcune organizzazioni. Che si occupano di fare informazione e prevenzione.
In Italia poco si è fatto. A parte quei pochi dementi che hanno avuto il coraggio di insultare la mamma di Tamara sui social all’indomani della tragedia . Ma qualcosa si muove in questa direzione.
Purtroppo sono quasi sempre iniziative a livello locale.
Ma vogliamo raccontarle per far sì che dal piccolo comune l’idea possa diffondersi e diventare globale.
Bimbi dimenticati in auto: nasce il “Protocollo Gorgonzola“
A Gorgonzola, comune di Milano, alcuni asili hanno istituito un vero e proprio protocollo anti-abbandono.
Cinque asili nido del comune infatti hanno pubblicamente avvisato i genitori dei piccoli che frequentano questi ultimi.
L’avviso recita così:
“Di fronte all’ennesimo tragico episodio di dimenticanza di un bambino a bordo dell’automobile, tutti i nidi di Gorgonzola, comunali e privati, hanno deciso di adottare il seguente protocollo.
I genitori sono tenuti a comunicare l’assenza del proprio bambino entro le ore 9.30.
Nel caso che non venga segnalata l’assenza, la responsabile del nido (o una educatrice) è tenuta a chiamare telefonicamente uno dei genitori entro le ore 10.00”
L’iniziativa ha ricevuto il consenso di tutti, genitori e non. (Fonte: Tgcom24)
Certo, sapere che in Italia c’è una legge che impone i dispositivi di allarme anti-abbandono nelle auto, ferma da diversi anni alla camera, fa doppiamente onore a queste maestre e responsabili di questi asili. Che si sono date da fare individualmente per difendere i propri piccoli da quell’attimo che fa la differenza tra la vita e la morte.
E sapere che riusciamo ad andare su Marte e invece sulla Terra accadono ancora tragedie simili, con la tecnologia che potrebbe correre in aiuto di tutti noi genitori, fa , se possibile, ancora più rabbia.