Ultima modifica 18 Gennaio 2017

Qualche giorno fa mi sono imbattuta in una lettura in fatto di sicurezza alimentare che parlava del bisfenolo A.

Bisfenolo a (BPA) che cosa è questo composto

Bisfenolo A

Il bisfenolo A (BPA abbreviato) è, come già anticipa il nome, un composto di due fenoli (derivati del benzene) che si usa per fare molti tipi di materie plastiche, è il composto fondamentale per il policarbonato.

Se si va ad approfondire si capisce che il bisfenolo A, essendo il mondo ormai invaso da prodotti realizzati in policarbonato (dai cd alle buste di plastica della spesa, dalle auto agli attrezzi dei chirurghi) è in pratica ovunque.

Il problema è che questo fenolo è sospettato di essere causa di malattie nell’uomo già agli albori della sua produzione, negli anni ’30.

Per tornare ai giorni nostri, intorno al 2008 i governi di molte nazioni hanno incaricato laboratori di ricerca in tutto il mondo ad effettuare studi sulla sicurezza alimentare per i prodotti confezionati con imballaggi contenenti il bisfenolo A.

Il BPA infatti era stato accusato di causare malattie, principalmente agli organi riproduttivi maschili.

Dopo una prima valutazione della Food and Drug Administration (FDA) nel 2013 l’allarme è stato ridimensionato, ma non del tutto sparito.

Bisfenolo A

Anche in Europa l’EFSA (European Food Safety Authority) ha condotto diverse ricerche sul bisfenolo A, sempre arrivando a sostenere che il BPA è sicuro a livelli contenuti negli imballaggi alimentary.

Si legge però sul sito dell’associazione che “a seguito della pubblicazione di un rapporto dell’Istituto nazionale olandese per la sanità e l’ambiente, che solleva timori in merito agli effetti del BPA sul sistema immunitario di feti e bambini piccoli” l’autorita ha istituito un gruppo di lavoro formato da esperti per valutare nuove evidenze sui potenziali effetti del BPA sulla salute dell’uomo.

Come dicevamo sopra il BPA è contenuto nella plastica degli imballaggi alimentari, e una migrazione dall’imballaggio al cibo potrebbe causare malattie a chi ingerisce tale cibo.

Proprio per salvaguardare i consumatori, i governi di molti paesi europei hanno adottato delle misure restrittive in merito all’argomento bisfenolo A.

Secondo un articolo pubblicato sul Fatto Alimentare infatti in Francia il BPA è vietato o soggetto a forti restrizioni, mentre in molti altri paesi è obbligatorio indicarne la presenza in etichetta.

Bisfenolo A

In Italia non esiste alcuna legislazione in fatto di BPA, per cui i consumatori si ritrovano a navigare a vista.

Non esiste neanche un sistema ufficiale che certifichi la presenza o l’assenza nei prodotti.
Da qui la petizione partita in rete, che chiede al Ministro della Salute Beatrice Lorenzin di intervenire con dei provvedimenti in grado di salvaguardare il consumatore.

Aspettando le nuove evidenze dell’Efsa e l’esito della petizione, o comunque nell’attesa di una legge che faccia chiarezza, tutti noi possiamo però fare scelte alimentari in grado di metterci al sicuro da possibili rischi per la nostra salute.

Ecco come evitare di venire a contatto con il Bisfenolo A

Gli imballaggi per i cibi sono composti da diversi tipi di plastica, elencata in 7 classi: Il tipo 1 (PET), 2 (HDPE), 3 (PVC) 4 (LDPE), 5 (polipropilene PP), 6 (polistirene PS) e 7 (altre plastiche).

La classe 7, essendo polivalente, potrebbe contenere BPA, così come anche il PVC, ovvero la plastica di classe 3.
Gli altri tipi di plastica sono “BPA free”

  • Una prima scelta potrebbe essere quella di scegliere contenitori di plastica in base a tale classificazione

Bisfenolo A

  • Un’altra ricerca pubblicata sul Time ha poi dimostrato che il bisfenolo A migra principalmente dai contenitori metallici rivestiti, le classiche lattine che troviamo sugli scaffali del super.
    Motivo per cui un altro modo per evitare il contatto con il BPA è scegliere prodotti confezionati in contenitori di vetro, dalle bevande alla passata di pomodoro, al mais alle zuppe ecc.
  • Il bisfenolo A sarebbe presente anche in contenitori in plastica dura, come i biberon dei bambini.
    In quel caso si raccomanda di non riscaldare questi contenitori nel microonde per lo stesso motivo di cui sopra, ovvero la migrazione della sostanza potenzialmente tossica ad alti livelli dal contenitore al cibo.
    E ancora di non lavarli in lavastoviglie o con detergenti acidi e particolarmente aggressivi.
  • Preferire acqua di rubinetto o acquistarla in bottiglie di vetro
  • Scegliere packaging in Tetrapak, essendo questo materiale BPA free.

Infine un suggerimento che va bene sia per la salute del nostro organismo che per quella del pianeta è scegliere dove possibile prodotti sfusi: non dovremo porci il problema del bisfenolo A, faremo meno raccolta differenziata e concorreremo anche al benessere della Terra.

Clicca qui. FIRMA LA PETIZIONE!

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