Ultima modifica 24 Agosto 2020

Nel 2012 il governo aveva inserito nella legge di bilancio un voucher baby sitter, che con la nuova del 2017 può diventare Bonus Nonni.

All’epoca si era trattato di una manovra sperimentale, per il triennio 2013-2015. L’esperimento ha evidentemente avuto successo, al punto che il beneficio (di cui ora parleremo) si è prorogato nel 2016 (estendendosi alle lavoratrici autonome), addirittura allargando le maglie delle restrizioni nel 2017. Diventando un “Bonus nonni”.

Cosa è il “Bonus Nonni

bonus nonni

Il bonus nonni, esattamente il voucher baby sitter, è una misura a sostegno del reddito erogata dall’Inps (diverso dal Bonus mamme, di cui avevamo scritto in precedenza) alle famiglie nelle quali la madre rinunci al congedo parentale.

Per congedo parentale si intende il periodo di astensione facoltativo dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del bambino nei suoi primi anni di vita e soddisfare i suoi bisogni affettivi e relazionali.

Che valore ha il Bonus nonni

L’importo di questo voucher è di 600 euro mensili (ricalcolato in caso di part time).
Il bonus ha durata massima di sei mesi. 3 nel caso di lavoratrici iscritte alla gestione separata.
Il bonus era nato come sostegno per l’iscrizione del bambino agli asili nido.

Come dicevo negli anni il provvedimento è stato modificato, aumentato, e quest’anno diventato Bonus Nonni.

Il contributo viene erogato, nel caso di iscrizione del bambino all’asilo, direttamente alla struttura scolastica scelta dal genitore. Nel caso di nonni o baby sitter con il sistema dei voucher, o buoni lavoro.

I buoni lavoro vengono erogati telematicamente alla madre che li chiederà, che li gestirà per remunerare le persone che si prendono cura del neonato.

Questa è la novità sostanziale rispetto alla normativa precedente.

bonus nonni

Nel 2014 infatti, dietro interpello, la possibilità di usufruire del bonus per pagare i familiari non era stata considerata (vedi ad esempio la risposta di Repubblica.it ad un utente ).

La madre che richiede i bonus infanzia dovrà dunque seguire la procedura telematica per la richiesta come segue:

  • Registrazione del committente;
  • Accredito del prestatore e richiesta e attivazione della INPS card presso l’ufficio postale;
  • Comunicazione all’INPS da parte del committente prima dell’inizio della prestazione;
  • Consuntivazione a opera del committente al termine della prestazione.

I voucher devono cominciare ad essere usati entro 120 giorni dalla data di accoglimento della domanda.

Dopo tale termine viene considerata come una rinuncia al servizio.

Quando chiedere il Bonus nonni

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La domanda può essere effettuata negli 11 mesi successivi al congedo obbligatorio di maternità.
O entro l’anno di vita del minore in caso di lavoratrici autonome.
La richiesta va effettuata per ogni figlio per cui si richiede il bonus nonni.

Nel caso di lavoratrici dipendenti, l’Inps provvederà ad avvisare il datore di lavoro della riduzione del congedo parentale, pari alla durata della fruizione dei bonus.

Domanda per il Bonus nonni.

Dal 2016 la domanda e l’erogazione dei voucher infanzia avviene solo per via telematica.
La domanda può essere effettuata in alternativa attraverso call center ( tel. 803164 – 06164164), tramite patronati e caf, ma l’erogazione avverrà in ogni caso per via telematica.

Nella domanda andranno indicati:

  • Quale beneficio si intende richiedere (se baby sitter o asilo)
  • Il periodo di fruizione del beneficio
  • Il numero dei mesi
  • Presentazione di ISEE valida per la fruizione del beneficio

Il bonus nonni, o voucher infanzia, è stato confermato per il biennio 2017-2018.
Il limite di spesa fissato dal governo è stato di 40 milioni di euro.
La circolare Inps n. 216 del 12/12/2016 indica le modalità di richiesta e fruizione.

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