Ultima modifica 8 Novembre 2016
Una campagna elettorale bruttissima quella americana di questo turno.
A Gennaio erano tutti sicuri che né la Clinton né Trump (soprannominato l’Orange Clown) sarebbero stati i candidati favoriti delle due principali fazioni, Democratici e Repubblicani.
La Clinton ci aveva già provato ma l’America non era ancora pronta per un Presidente donna.
Ha optato per il Presidente nero.
Ma ad aprile Sanders ha cominciato a crollare nelle preferenze dei democratici e la candidatura della Clinton si faceva sempre più concreta.
Dall’altra parte c’erano Cruz e Trump.
Sembrava certa la candidatura di Cruz.
Nessuno voleva Trump. Così come nessuno voleva la Clinton.
Alcuni numeri determinanti:
Su 324 milioni di abitanti, in USA, sono 221 milioni i cittadini idonei al voto.
Di questi 221 milioni sono normalmente solo 133 milioni i cittadini che effettivamente votano.
Alle primarie votano normalmente solo 30 milioni di cittadini, il 9%.
Questo 9% ha deciso che i due candidati dovevano essere Trump e Clinton.
A questo punto è partita la loro campagna elettorale.
Una campagna dai toni assai noti per noi italiani abituati a campagne elettorali basate più sullo “sparar merda” sull’oppositore, che non su un vero e proprio piano politico.
Trump è cosa a noi arci-nota, un dejà-vue.
Ha basato la sua intera campagna sul dar contro alla Clinton la quale, da vera signora, lo ha lasciato fare.
Le sue sparate erano tanto grosse da far ridere.
Vuole costruire un muro al confine fra Messico e USA e, ovviamente, la costruzione sarà a carico del Messico (ma vi pare?). Ovviamente non farà nessuna politica contro le armi. E ovviamente non diminuirà le tasse.
E, sempre ovviamente, abolirà l’Obama-care.
Qui ormai è certo che da domani ci sarà la terza guerra mondiale (chiunque sia il vincitore, aggiungo io!).
La Clinton ha un asso nella manica (oltre al fatto che nemmeno molti repubblicani vogliono votare Trump): una lunga esperienza politica. Prima come First Lady (e ne ha dovute pelare di gatte!), poi come Senatrice e infine come Segretaria di Stato. Conosce bene l’ambiente e sa come funziona la politica americana. Ma non piace.
Ha fatto scelte impopolari nella sua carriera politica che agli americani non sono piaciute.
In poche parole a questo giro gli americani stanno facendo quello che noi italiani facciamo ormai da sempre forse: votare il male minore.
Ma c’è anche un’altra verità che forse non arriva oltre-oceano: in propaganda elettorale i candidati possono dire quello che vogliono, muri e non muri, armi o non armi.
Ma la figura del Presidente USA non è poi così potente come sembra.
Il Presidente USA, una volta eletto, farà quello che i grandi sponsor vogliono che faccia.
E i grandi sponsor sono: case farmaceutiche, compagnie di assicurazione, fabbriche di armi…
Così come Obama non ha potuto togliere le armi, Trump non costruirà alcun muro. ( se dovesse essere lui il nuovo Presidente, eh)
Sicuramente è stata una pessima campagna elettorale e siamo tutti contenti che finalmente sia finita.
Stasera si scoprirà chi sarà il nuovo Presidente americano, ma di certo, a parte il vincitore o la vincitrice e la sua famiglia, nessuno festeggerà.