Ultima modifica 14 Ottobre 2019

Cara mamma,
Ricordi quando mi arrabbiavo con te perché volevi sempre sapere con chi uscivo?
E quando la sera prima di andare a letto lasciavi una luce accesa così sapevi quando tornavo a casa?
Quanto mi arrabbiavo…
E mi ricordo ancora quando litigavi con mio fratello e si sentivano urla, porte che sbattevano, musi lunghi e giorni e giorni senza parlarvi se non per insultarvi. E io soffrivo terrorizzata che voi cacciaste di casa mio fratello, vostro figlio. Non ricordo per cosa litigavate, ma ricordo le liti.
E quando mi dicevi le cose e io pensavo di sapere già tutto e di non aver bisogno di te che mi aiutavi a capire cosa fare.

cara mamma scusami

Ma ti giuro che quelle cose le sentivo, solo non volevo darti la soddisfazione di fartelo sapere.

Cara mamma, ora che ho un figlio di 17 anni e una figlia di 15 capisco TUTTE le tue ansie.
Tutte.
E qualcuna di più.
Sì perché qui i ragazzi prendono la patente a 16 anni quindi le ansie che tu avevi quando i tuoi figli avevano 18 anni, io le ho anticipate…

Una figlia con l’umore che cambia da un minuto all’altro, che quando le dico qualcosa alza gli occhi al cielo. E bisogna fare attenzione a pesare le parole e dirle nel modo e momento giusto.
E non parla con i genitori. La porta della camera sempre chiusa e la stanza in disordine come la sua anima.

Un figlio che crede di essere già un adulto, di essere autonomo e che invece fa le scelte sbagliate.
Gli dico qualcosa per prevenire, perché dall’alto della mia età ed esperienza so che qualcosa può succedere.
Ma ovviamente io sono la mamma rompi che li tratta come bambini… e poi qualcosa succede e a me tocca dire quell’orrenda frase “TE L’AVEVO DETTO”.
Odiavo dare questa soddisfazione a te, cara mamma, quindi immagino come si sia sentito stamattina mio figlio quando gliel’ho dovuto dire.

Cara mamma, il giorno del compleanno di mio figlio, tuo nipote, è stato il peggior giorno della mia “motherhood”, e ho passato giorni a piangere.
Per il dolore che mi ha dato lui con le sue parole, e per il dolore che io ho causato a te a quel tempo.
Ho pianto per entrambe per due giorni. E ancora soffro.
E sicuramente tu hai fatto lo stesso.

Quando vado a letto la sera prego che l’indomani sia un giorno migliore, che i miei figli possano capire ed accettare il mio modo di essere la loro mamma.
Nel frattempo ringrazio di aver scelto questo uomo come marito che è sicuramente la persona migliore per supportarmi in questo calvario.

Ti chiedo scusa.

Mamme, chiedete scusa alle vostre mamme e sperate che un giorno i vostri figli facciano la stessa cosa.

Nata ad Ivrea, con il mio compagno condividevo un sogno: vivere in America. Ed è grazie a lui e al suo lavoro (il mio l’ho perso a causa della crisi) che il nostro sogno si realizza.

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