Ultima modifica 20 Aprile 2015
Una piccola nota tra le tante notizie di qualche giorno fa: sono state ritrovate tracce di carne di cavallo in alcuni ripieni di prodotti pronti ritrovati su scaffali europei. Subito si sono attivati i NAS per i controlli del caso, ma nello stesso tempo, i tecnici sanitari si sono affrettati a tranquillizzare i consumatori. La carne equina è adatta al consumo alimentare e poi sono state ritrovate solo tracce, si tratta di frode, chiaramente, perché la carne di cavallo, sia pure con piccola percentuale non è stata indicata tra gli ingredienti, dove compare solo la carne di manzo, ma di frode in commercio, senza pericoli per la salute di chi mangia quegli alimenti.
E, almeno inizialmente, è stata posta la sordina alla notizia, forse perché la scoperta era avvenuta in altri stati di questa nostra Europa, e non da noi, anche se la Nestlè, la fabbrica in questione, distribuisce i suoi prodotti in tutto il mondo, Italia compresa. La ditta ha immediatamente ritirato quei prodotti dagli scaffali di negozi e supermercati e si è poi saputo del sequestro di 26 tonnellate di carne macinata, cotta e congelata, pronta all’uso, sequestro avvenuto in territorio italiano e, pochi giorni dopo, la confortante notizia: non c’erano tracce di carne equina, ma contestualmente è stato annunciato il ritrovamento della stessa carne in confezioni di lasagne alla bolognese, prodotte in Italia, e naturalmente subito ritirate dal commercio.
Ma le notizie sono seguite dalle solite assicurazioni: non si tratta di alimenti nocivi, anche se…. Anche se, dopo la mucca pazza le carni bovine sono soggette a controlli specifici ed accurati e ne è prevista la conoscenza della filiera, cosa che non accade per altre carni, compresa quella equina. Qualcuno si è posta una semplice domanda: la carne di quali cavalli? Di quelli allevati per uso alimentare, soggetti comunque a dei vincoli di somministrazione di mangimi, bevande e farmaci, o di quelli allevati per altri scopi ivi compresi la partecipazione a gare sportive e quant’altro.
La differenza è abissale, farmaci dopanti ed antinfiammatori, è risaputo, sono abitualmente somministrate ai cavalli a corsa per migliorarne le prestazioni e, per questo, ne è assolutamente vietata la macellazione e la commercializzazione. Oggi la paura del redditometro fa dismettere i cavalli a chi ne possiede solo 1, ma che cosa fare di quelli inutilizzati per la profonda crisi che ha investito ippodromi e allevamenti?
Sapete quanto costa inumare un cavallo? 500 euro, che moltiplicati diventano una cifra impossibile per le vuote tasche, d’altra parte costa molto anche mantenerli e perciò li vendono, sapendo bene la loro fine, a trafficanti senza scrupoli che li macellano clandestinamente e poi immettono la carne sul mercato senza minimamente preoccuparsi se siano o meno adatte al consumo. Per la carne equina, come ho detto, non sono in vigore le stesse norme che per quella di manzo e, perciò, a meno di controlli a tappeto, comunque impossibili su tutte le carni, e, visto che le partite di tritato misto non solo hanno tracce di carne equina, ma anche di quella suina o, addirittura, di coniglio, non sarebbe più opportuno l’emanazione di una legge a decorrenza immediata che estenda i controlli su qualsiasi tipo di carne?
E poi, anche ove si trattasse solo di frodi in commercio, non si potrebbero immediatamente aumentare in modo esponenziale le multe comminate a chi le commette, accusandoli di mancato controllo delle materie prime utilizzate? Mi sembra che, nell’ansia di minimizzare l’accaduto, i nostri dimentichino di tutelare la nostra salute.
Per sicurezza meglio non utilizzare prodotto già pronti, sino alla definizione dei casi, o no?