Ultima modifica 14 Ottobre 2019
” I miei fratelli negri non mi avrebbero abbandonato”
(Mario Balotelli – Mondiali 2014)
” Tu ti consideri un uomo di colore, io ti considero un uomo”
(“Indovina chi viene a cena” – film anno 1967)
Alla fine l’Italia è uscita dai mondiali di calcio. Ha perso. Come dire, ce ne faremo una ragione e non è certo nostra intenzione infilarci nella polemica sportiva su colpevoli o innocenti. Ma, c’è un ma. Anzi c’è un Mario, più famoso come Balotelli, che in conferenza stampa si definisce indignato per le critiche ricevute a fronte delle sue prestazioni in campo.
Purtroppo, oserei dire come al solito, non si è limitato. Ha conferito al popolo italiano tutto, una connotazione fortemente razzista, incolpandoci di averlo attaccato perché “negro”.
A parte l’utilizzo del termine che ha un’accezione denigratoria poco accettabile, direi che non ci siamo proprio. Fatta la tara su certi individui che circolano sul nostro territorio e che sono effettivamente razzisti, ma come qui in Italia, lo sarebbero ovunque, desidero rassicurare il ragazzo ed attirare la sua attenzione per farlo riflettere su qualcosa di molto più importante di una sfera bianca su un terreno verde.
Sono anni ormai che noi italiani raccogliamo dalle acque, con pena, professionalità, poche risorse ed ogni mezzo, “fratelli” siriani, ghanesi, etiopi che arrivano sulle nostre coste in condizioni disperate, inumane.
E quando arrivano, caro Balotelli, non chiediamo da dove arrivate, perché la risposta, noi italiani, la sappiamo già. Arrivano dal pianeta terra!
A te, caro ragazzo di 23 anni, miracolato da una dote, eletto tra gli Dei dell’Olimpo come tanti altri, perché dedichi la tua vita a qualcosa che ti piace e sei, anche, strapagato, desideriamo augurare tutto il meglio, perché tu diventi, ma devi volerlo tu, un nostro “fratello”.
Uno di quelli che dedica del tempo al volontariato, tu che puoi molto più di altri.
Ci servono fratelli forti e facoltosi come te per aiutare questo mondo a svoltare. Ci servono come servono acqua, medicine, cibo per tanti fratelli che hanno meno di niente.
Siamo tutti esposti alle critiche, in ogni ambito, fin da quando nasciamo e per tutta la nostra vita. Ma se noi stessi, ci costruiamo come persone prima che come personaggi, vedrai caro Balotelli, fratello come tutti, che potrai sorridere di vera gioia su quei tuoi perfetti denti bianchi.
Tra qualche anno, quando non sarai più un calciatore, fai in modo di essere un uomo. Seleziona le frequentazioni, scegli il vero, non ostentare, smussa gli angoli che non hanno ragione d’essere, diventa tondo come quella palla che tanto ti ha dato. Diventa tondo come questa terra che è di tutti, abbraccia uno stile di vita camminando con i piedi per terra, fai che la presunzione dei vent’anni lasci il posto alla concretezza dei gesti.
Tu, come tanti altri fortunati e “potenti”, usa tutti i mezzi per essere un fratello. I soldi spesi in fontane d’oro piazzate in un giardino o in auto o donnine facili, macchiano l’anima.
I soldi e il tempo spesi per volontariato la elevano e ti faranno stare molto bene.
Questo è un augurio affinché tu possa cambiare, caro Balotelli, perché, al momento, per come appari, tu per noi non sei un negro, sei trasparente!
Michela Cortesi