Ultima modifica 25 Ottobre 2022
Settembre e ottobre sono tra i mesi migliori per una visita ai meravigliosi Castelli della Loira.
Il soffocante caldo estivo e le code agli ingressi sono solo ricordi, e i colori caldi dell’autunno rivestono il paesaggio di un fascino unico, un po’ nostalgico.
Cominciamo a parlare del castello di Blois.
Questo castello ha visto passare cinque generazioni di sovrani ed è stato dimora preferita di Luigi XII e Francesco I. Le sue stanze hanno fatto da scenario a splendori, passioni, feste e cacce, ma anche a intrighi e conflitti che hanno segnato la storia del Paese. Alexandre Dumas scriveva che Caterina de’ Medici nascondesse nel suo studio i veleni mortali destinati ai propri avversari.
Oggi Blois ospita, al piano terra dell’ala Francesco I, il Museo Archeologico e, al primo piano dell’ala Luigi XII, il Museo delle Belle Arti. Il Padiglione di Anna di Bretagna è invece sede dell’Ufficio del Turismo. Particolari caratteristiche del castello sono l’onnipresente salamandra, simbolo di Francesco I, e il porcospino, simbolo di Luigi XII.
Naturalmente sono da ammirare i giardini riprodotti come quelli voluti da Luigi XII 500 anni fa. Meritano una visita anche la collegiata di Saint-Sauveur, dove Giovanna d’Arco fece benedire il suo stendardo, la chiesa di Saint-Nicolas e il Jardin du Roi.
Del castello di Chenonceau, nel corso della storia, le vere padrone furono le donne e il loro tocco si vede in ogni architettura e in ogni arredo tanto da far sembrare il castello un ricamo in pietra. Circondato dal verde, vi si accede attraverso un viale di platani frondosi, è costruito a mo’ di ponte sul fiume Cher.
Sei le potenti donne che vi si succedettero da Catherine Briconnet nel 1515 , passando poi a Diana di Poitiers, amante di Enrico II. Caterina de’ Medici, legittima consorte di Enrico II, dopo aver strappato la proprietà alla odiata rivale, in seguito la passò alla nuora Luisa di Lorena, la “Dama Bianca”, così chiamata per il colore del lutto che portava sempre dalla morte del marito Enrico III. Madame Dupin e madame Pelouze furono le ultime a dare un tocco letterario al castello restaurandolo e facendolo diventare un elegante salotto.
Sarà per tutto questo che Gustave Flaubert scriveva che da qui “emanano una dolcezza spirituale e una serenità aristocratica”.
Soffermatevi a contemplare tutto questo dai giardini di Diana e da quelli di Caterina de’ Medici.
Il maniero più grande della Valle della Loira è il castello di Chambord.
Fu fortemente voluto da Francesco I perché diventasse emblema dello splendore del Regno di Francia e anche qui il suo simbolo, la salamandra, si ritrova quasi ovunque.
Non si conosce il nome dell’architetto che lo progettò, ma si sa con certezza che vi collaborò anche Leonardo da Vinci. Il risultato, specie se visto dalla Tour de la Chapelle, è un castello fiabesco. Particolare da non perdere è la doppia scala a spirale costruita in modo da non far mai incontrare chi scendeva e chi saliva. “L’amore è presente ovunque in questo labirinto di torrette e camini, ideato, si dice, per favorire gli incontri amorosi e…le passeggiate tra cielo e terra.”scrisse Froberville. Lasciamo il resto alla vostra immaginazione. Su una vetrata Francesco I fece incidere: “Sovente la donna muta opinione, folle è colui che di lei si fida.”……
Fu baluardo contro le incursioni dei Normanni e degli Inglesi, divenne poi, nel tempo, luogo di delizie e di feste, abbellita da una splendida serie di arazzi.
Stiamo parlando di Angers.
E’ costruito su un alto sperone roccioso che domina il corso del Maine, affluente della Loira. Tra i suoi tesori, appunto, gli antichi arazzi dell’Apocalisse di cui si sono salvate solo 70 scene, conservate in una Galleria.
Azay-le-Rideau è una dimora elegante sorta, anche questa per volere di Francesco I, sulle ceneri di una fortezza rasa al suolo da Enrico VII.
Il castello sorge su un’isoletta dell’Indre, affluente della Loira, a ridosso di una piccola foresta. Honoré de Balzac lo chiamò “diamante sfaccettato, coronato dall’Indre, montato su pilastri, mascherato da fiori”. Oggi è una casa-museo aperta al pubblico.
Amboise, il luogo della vecchiaia di Leonardo da Vinci.
Si dice che Leonardo vi arrivò con un suo allievo, un servitore e, appesa al dorso di una mula, avvolta da una cartella di cuoio, una tavola di legno di pioppo su cui era dipinta La Gioconda. Pur essendo colpito da paralisi alla mano destra, il mancino Leonardo qui portò a termine progetti faraonici come l’opera di ingegneria idraulica per collegare il castello alle altre residenze disseminate lungo la Loira.
Oggi dell’antico castello è rimasta una superficie di appena un quinto rispetto a quella occupata quando era una delle sedi della corte di Francia nel ‘500.
Sully-sur-Loire, sulla riva sinistra della Loira, fu eretto nel 1102, circondato da un fossato riempito dal Sange, piccolo corso d’acqua. “Nelle tranquille ombre di Sully, questo luogo di pace, sono mille volte più felice del grande principe che mi ha esiliato.” scriveva Voltaire.
La fiaba vera e propria la si vive a Ussé che, come abbiamo detto nell’articolo precedente, ha ispirato Perrault per scrivere “La bella addormantata nel bosco”. E in effetti sa proprio di fiabesco questo castello costruito in cima ad uno sperone di roccia affacciato sull’Indre.
Ultimo castello che vogliamo menzionare è Villandry il cui vero punto di forza sono i giardini fedelmente ricostruiti, sulla base di studi dell’arte rinascimentale, agli inizi del 1900. Sette ettari di verde distribuiti su tre livelli e il giardino acquatico con un grande lago, davvero da estasiare la vista e lo spirito.
In questa carrellata di castelli ne abbiamo sfiorati solo alcuni, ma voi avrete solo l’imbarazzo della scelta visitando la Valle della Loira.