Ultima modifica 19 Dicembre 2015

 

adozione1_0330049DLa cosa più devastante che mi viene in mente è poi la cosa che ho vissuto regolarmente fino a 4 natali fa e cioè vivere il natale senza i miei figli. Ho passato ben 8  Natali con la sola compagnia di mio marito e della mia famiglia e, intendiamoci, sono sempre state delle giornate piene di amore e di gioia ma comunque velate da una saudade (parola brasiliana che ben indica la nostalgia, il sentire la mancanza) dei miei figli.

Non avevo idea di che faccia avessero, di quale voce e che odore avrebbero avuto, eppure ne sentivo nostalgia, una specie di dolore fisico al cuore, un vuoto che non riuscivo a colmare nonostante l’amore che mi circondava. Senza di loro era come vivere ogni giorno della vita non solo il giorno di Natale, non dico in bianco e nero, non sarebbe giusto, ma come in una immagine sfuocata dai colori spenti.
Ogni anno mentre facevo l’albero sognavo il giorno in cui lo avremmo fatto insieme a loro, a come sarebbe stato. Avremmo riso, ascoltato musica natalizia, cantato insieme…..eh si, un idea un po’ romantica che poi ho dovuto cambiare nella realtà.

Era anche il giorno dell’invidia, sì dell’invidia. Guardavo le mie sorelle e le mie cognate con i loro figli e soffrivo in silenzio pensando al giorno che anche io avrei potuto scartare i regali insieme ai miei, li vedevo così raggianti, colmi di una leggerezza che io non sentivo. Poi è arrivato anche per me: il primo natale con loro ed anche per me e mio marito il natale è diventato quel giorno pieno di luce che dovrebbe essere per tutti.

Elisabetta Dal Piaz

Riminese trapiantata per amore in Umbria da ormai 18 anni. Ex dietista e mamma attempata, di due fantastici figli del cuore che arrivano dal Brasile. Ma il tempo passa e i figli crescono (e non sia mai avere mamma sempre fra i piedi) ho ripreso a studiare e sono diventata Mediatore familiare, civile e commerciale. E a breve...mediatore penale.

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