Ultima modifica 14 Giugno 2017

chielabestia2

Ogni volta che apro un articolo o un post che racconta di una violenza fatta su di un animale mi vengono i brividi. Ultimamente me ne vengono postati tantissimi. Ho veramente letto di tutto, dal cane al quale hanno sparato in faccia in un paesino della bellissima Ischia, al gattino bruciato vivo vicino a Parma, passando per il cane ammazzato in Bulgaria dopo essere stato trascinato con la macchina. Vi tralascio tutto quello che si legge dai civilissimi States. Tutto il mondo è paese.

Non è piacevole affrontare questi argomenti ma girare la testa di fronte a questi episodi equivale un po’ come far finta che non esistano. Mi chiedo sempre più quanto l’essere umano possa cadere in basso, quanto riesca a diventare violento e cattivo. Non mi dovrei stupire della cattiveria nei confronti degli animali che sono esseri indifesi visto che ne succedono tutti i giorni anche agli altri esseri umani. Ed i primi a farne le spese di tanta cattiveria sono sempre i più deboli: bambini, anziani ed animali.

C’è qualcosa di terribilmente perverso in alcune persone che li spinge a tortura ed uccidere altri esseri viventi che proprio, non solo faccio fatica a capire, ma che non riesco ad accettare. Mi fa scattare  quella voglia di ripagarli con la stessa moneta e risvegliano quella parte sconosciuta di me stessa, e di molti altri leggendo i commenti ai post, che mi porta ad augurare a queste persone  le peggio cose fino a sperare che muoiano.

Mi accorgo che scatenano in me la stessa violenza che usano loro per ferire, stuprare ed uccide e mi chiedo se sia più giustificare la mia voglia di violenza della loro. Mi rendo conto che violenza chiama violenza ed allora cerco di fare un passo indietro e  mi sforzo di  razionalizzare la rabbia. Ma come è possibile rimanere immobili di fronte a queste cose?

Credo che il passo più giusto sia di mobilitarsi contro queste cose, di fare pressioni affinché la giustizia intervenga per punire i colpevoli come è accaduto ad esempio in Bulgaria dove l’uomo è stato arrestato. Ma, in un paese dove  non c’è certezza della pena neanche per chi uccide una persona, figuriamoci se ci può essere per chi lo fa nei confronti di un animale.

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So che unendo le proprie forze,  che  firmando petizioni promosse da associazioni che hanno più peso politico dei singoli, è possibile fare qualcosa di più e di meglio ce lo ha provato la mobilitazione per Green Hill . Leggendo poi  il  Rapporto Italia 2014 presentato dall’Eurispes a Roma, si scopre che la stragrande maggioranza degli italiani ad esempio é contraria alla vivisezione (oltre l’80%), alla caccia (il 74,3%), all’uso di animali nei circhi (il 65% dice no), all’uccisione di altri esseri viventi per ricavarne pellicce (85,5%). Sempre più persone scelgono di diventare vegetariani.

Quindi, direi che di passi avanti ne abbiamo fatti e molti, specie verso una  cultura più animalista. Il problema resta il riuscire a  far  fare  leggi che riflettano questo pensiero popolare. Poco viene fatto dalla nostra classe politica, troppo pochi gli sforzi per arginare tutta questa violenza, troppo pochi i politici sensibili a queste cose. -Ci sono cose più importanti a cui pensare adesso- direte. È vero, ma continuo a pensare che ci si debba  muovere anche in questo senso. Per cui, visto l’immobilismo politico e il ripetersi di tutte queste violenza continuo a chiedermi chi tra noi e gli animali è veramente la bestia.

Elisabetta Dal Piaz

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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