Ultima modifica 21 Aprile 2021
Crescere un figlio non è certo facile. Per nessuno.
Era già successo in passato.
Ricevetti dei commenti sulla routine della nanna di Gabriel (comunque rimane il fatto che lui era felice con un paio di pisolini al giorno e 12 ore di fila durante la notte, e sticazzi se ‘Tizio’ dorme di meno …), sulle sue abitudini alimentari ( evitavo ed evito tuttora di dargli cioccolata, o porcherie simili, anche se ‘Tizia’ ci imbottisce il nipote e mi accusa di essere troppo rigido), e così via…..
Non c’è un solo metodo di crescere un figlio!
Mi sento quasi stupido a dirlo… Non è ovvio? Apparentemente però, l’unica cosa ovvia era il fatto che essendo noi una coppia gay, alcuni individui potessero arrogarsi il diritto di intervenire e sputare consigli, come se fossero necessari o richiesti.
Forse esageravo nella mia reazione, ma quando si sta già cercando di fare del proprio meglio, la critica suona sempre come le unghie su una lavagna.
Almeno alle mie orecchie. Mamma non intendeva nulla di male, lo so di certo, è nella natura intrinseca di ogni buon genitore essere un po’ rompipalle, ma aveva inavvertitamente confermato ciò che il mio intuito mi aveva sempre suggerito.
Agli occhi di alcune donne, in realtà molte di loro, gli uomini saranno sempre cittadini di seconda classe nel regno della genitorialità. “Che ne sanno! Sono uomini!” o “Che cosa ne sanno? Non sanno cosa si prova a portare un bambino in grembo!” o anche “La mamma è una, i padri sono tanti!”.
Grazie al mio blog ho avuto il privilegio di entrare in contatto con alcuni padri eterosessuali che la pensano come me. Il loro approccio alla paternità è “moderno”, come la mettono loro, il che significa che effettivamente assumono un ruolo attivo nell’educazione e crescita dei loro piccoli, ma a volte il loro ruolo viene visto come “troppo materno “.
È quasi come dire “amate troppo i vostri figli”. Ma esiste un limite all’amore ed entusiasmo verso i propri figli, prescritto dal sesso del genitore?
Credetemi. Non c’è un solo metodo di crescere un figlio!
E, inoltre, perché mai molte donne si lamentano che i loro partner non fanno abbastanza, che non sono più coinvolti e le aiutino a crescere i figli? Vi dico io il perché!
Perché un sacco di uomini finiscono per sentirsi ‘castrati‘ nel mostrare il loro lato dolce, il loro lato premuroso e qualche volta sembra come se fossero proprio le donne ad impugnare le forbici! Ok, forse non voi, pensatrici moderne, ma le vostre mamme, le zie e i vicini di casa.
Sapete quanto mi sta sul culo essere chiamato “mammo” quando mi trovo in giro col passeggino?
“Oohhhh….Fai tu la mamma, allora?”
“Guarda mister mamma!”
“Ti piace essere una mamma casalinga allora?”
Essere un padre premuroso non basta più?
Dove sono i confini tra ciò che un padre dovrebbe fare e ciò che una mamma dovrebbe fare?
Un genitore non è semplicemente…. Un genitore?
Come uomo, un padre e un omosessuale, so che sto facendo il meglio che posso e so che quello che mio figlio mi dimostra ogni giorno è la prova costante che sto andando alla grande!
Certo, ultimamente ho ciucciato la canna del gas un po’ troppo spesso ed ho cercato di infilare la testa nel microonde in preda allo sconforto indotto da un pargolo che non mangia un accidente, ma che cavolo!
Sto facendo tutto da solo. Crescere un figlio non è certo facile.
Mi dispiace se qualcuno si sente usurpato di un ruolo che è percepito come destinato solo per il loro sesso. No, aspetta …. In realtà, non me ne frega un cazzo se la pensano cosí.
Non sto cercando di essere una madre per mio figlio!
Tenetevi pure il vostro dolore ai capezzoli, le smagliature, la secchezza vaginale e gli squilibri ormonali, tanto non vi rendono più degne di me di essere chiamate ‘genitori’.
Sto cercando di essere un bravo genitore, un padre amorevole e premuroso, un modello da seguire per mio figlio, un’ispirazione e un educatore. Non sono interessato a portare la bandiera di qualcun altro.
Io sto dando a mio figlio l’amore che mi è stato dato dai miei genitori.
La cultura e la società di trenta anni fa, fece sì che mia mamma prendesse il ruolo da protagonista all’interno della famiglia in quanto mio padre, come tutti gli altri, era più comodo nelle scarpe di attore di supporto nello show della genitorialità.
Mio padre mi ama moltissimo, ma nel modo e nei limiti che ogni uomo eterosessuale ha visto disegnarsi intorno a lui dalla nostra società. Ed è stata tutta sua la perdita! Così è mia mamma che mi ha reso quello che sono oggi e che ha fatto e continua a fare un gran bel lavoro!
Intendiamoci, non credo per un solo istante che questo sia accaduto perché lei è una donna, ma perché si è trovata nella posizione di potermi dare tutto l’amore di cui ho avuto bisogno! Da quando sono nato e per ogni secondo della mia vita. So che, anche se a volte mi fa incazzare, lei sarà sempre lì a sostenermi e nutrirmi con il suo piatto forte: l’amore incondizionato!
Questo è ciò che io, ogni giorno, cerco di dare a mio figlio.
E perdonatemi se non ho la vagina, ma il resto è solo biologia.
P.S. Oh! Dimenticavo! Per la cronaca Gabriel iniziò a camminare a 20 mesi, l’11 febbraio del 2011, nel giardino di nonna in Italia, durante un assolato e pomeriggio.
Non si è più fermato. Aiuto.
The Queen Father