Ultima modifica 18 Giugno 2018

1Il carrozzone va avanti da sé, con le regine, i suoi fanti, i suoi re…
Ridi buffone, per scaramanzia, così la morte va via…
Musica, gente, cantate che poi, uno alla volta si scende anche noi… (Renato Zero)

Marco Trani, uno dei disc jockey italiani più noti e apprezzati, è volato via a soli 53 anni. Oggi i funerali a Roma.
Ci siamo conosciuti intorno a gli anni 2000, lui collaborava con Gianni Fabbri allo storico Paradiso di Rimini. Non suonava sempre come resident, ma lo supportava per tutto quello che ruotava intorno alla musica.

“Suonava” in molti club, italiani ed esteri, era un mostro sacro del missaggio. Gianni si fidava molto di lui; la grande famosa console creata dall’architetto Gianni Gavioli e quasi unica al mondo (la gemella è all’Hollywood di Bardolino) era il regno incontrastato di Marco. Come faccio a sapere queste cose? Semplice, sono stata in quegli ultimi anni d’oro del Paradiso l’ufficio stampa per i grandi eventi, naturale conoscere e affezionarmi al romanaccio che non mi ha mai chiamato Nuvola ma Elisabbè; il suo saluto quando ci si vedeva nei pomeriggi prima dell’evento era: “ciao, come butta? Che si dice a Milano? E io: “a Ma’, quando vieni a far girare la musica a Milano?” Aveva sempre una parola e un sorriso per me, anche se mi dicono, se non gli stavi troppo simpatico non te lo mandava a dire! Poi chiusa la parentesi di Fabbri (anche lui volato via), ci siamo persi di vista, e, quando da Coccoluto ho saputo che stava male, mi si è fermato il respiro, mi sono tornati in mente i momenti insieme, a parlare di musica, di questo o quel dj che suonerà, della vita, di Roma che anch’io amo tanto, delle battutacce con Cico (mio marito)…

Ciao Marco! Affacciati da quella nuvola e sorridi, da quaggiù noi ti vorremo sempre bene.

Elisabbè

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here