Ultima modifica 20 Aprile 2015
Che cosa sono le città smart? Fatta salva la pessima abitudine di usare denominazioni inglesi, sono città in cui può vivere bene. Città dove si costruiscono grattacieli senza box, alla ricerca dell’impatto zero con servizi condivisi , mentre in Italia ne parlano solo pochi addetti ai lavori.
Si sprecano parole per predicare attenzione sugli sprechi di elettricità, acqua e quant’altro, costruire case ecologiche ed elettrodomestici in classe A o consumi zero A, se la città, il quartiere sono altamente inquinati, dove il cemento regna sovrano e la vita è difficilissima non serve a nulla per la salute e la vita delle persone. Serve solamente, anche se è importante, a realizzare risparmi per le famiglie, necessari in questi tempi di crisi, ma più significativi ed importanti risparmi e miglioramenti di vita e salute di tutti arriverebbero dal costruire città smart.
Una città sostenibile ed eco-compatibile significa non pensare ad adeguare i singoli appartamenti o i singoli condomini, ma ad adeguare interi quartieri ed intere città. Secondo studi di appassionati la vita, nel futuro è nella città e non nella campagna, non sarà un ritorno alla vita bucolica, antico e povero di contatti. Già oggi in molte aree newyorkesi si vive ad impatto zero, lo stesso che si vive negli eco quartieri di Berlino ed Amsterdam.
Il pensiero dominante è di impedire alle città di continuare ad espandersi all’infinito ingurgitando sempre più terreni fertili dei territori che la circondano, costruendo senza criterio e limiti, ponendo la massima attenzione non sul singolo appartamento, ma almeno inizialmente sui singoli condomini, per esempio realizzando un tetto verde, i servizi energetici di vicinato e l’ interscambio di energie, arrivando poi ad interessare intieri quartieri o piccole città.
Nelle aree newyorchesi, berlinesi o danesi, dove si sta attuando il progetto, si è iniziata a praticare veramente l’economia a km 0 istituendo piccoli mercati dove finisce la città e inizia la campagna, mercati nei quali i contadini vendono le loro piccole produzioni: latte, frutta, verdura per esempio, acquisti fatti non sempre da singoli, ma i cittadini si uniscono in gruppi di acquisto per razionalizzare le spese e il tempo.
Sarà questo il futuro?
Sapete, gli architetti italiani ne stanno discutendo, ma mentre loro discutono e progettano quartieri eco compatibili da far sorgere qui o la, realtà sono già sorte in Brasile, nella città di Curitiba, la Cina sta realizzando Caorfedian e ad Abu Dhabi si inaugura Masdar City.
Noi, come al solito, stiamo ancora discutendo se sia o meno opportuno coinvolgere gli abitanti, come se fosse possibile realizzare vere e proprie comunità senza il coinvolgimento degli abitanti; l’abitare sostenibile non è fatto solo di tecnologie ma di persone. Persone vere, pensanti a tutti i livelli, dai sindaci, ai tecnici, agli ecologisti, agli agricoltori sino ai semplici cittadini, tutti devono essere coinvolti, tutti devono essere interessati, altrimenti si possono realizzare solo cattedrali nel deserto, mostri inutilizzati che pian piano cadono a pezzi.
Come Porta Nuova a Milano dove i grandi palazzi, i grattacieli svettano supertecnologiche strutture che, però ospitano solo uffici e parcheggi per 3000 auto, mentre la torre costruita a Londra da Renzo Piano, ospita, è vero, uffici per 7000 posti di lavoro, ma ha solo 30 posti auto. Eppure le due città hanno servizi di trasporto simili, le stesse possibilità di muoversi con mezzi pubblici, ma….
Non si deve però pensare che le città smart possono solo essere concepite realizzando nuovi palazzi, si possono ripensare vecchi quartieri, rimodernare vecchie costruzioni, anche dentro mura storiche, dando nuova vita ad antiche mura, rendendo i palazzi storici eco compatibili, ricreando antichi sistemi di vita, ove la mutualità possa ridiventare sovrana. Pensare al futuro con un occhio al passato, cogliendo il meglio da tutte le situazioni.
Avete idea dei risparmi reali che ne deriverebbero? Non solo per la nostra economia statale, ma per tutti, indistintamente tutti i cittadini, è stato stimato in 150 miliardi circa di euro all’anno e con una spesa di soli 22 miliardi per la sua realizzazione.
Realtà o utopia? Sta a noi decidere, sta a noi assicurare un futuro migliore ai nostri figli.
Qualcuno ci ascolterà?