Ultima modifica 16 Aprile 2021

Nell’articolo precedente abbiamo parlato del parto operativo, di cosa avviene e cosa significa per la mamma e per il bambino.

Una volta compreso di cosa si tratta, viene spontaneo chiedersi: “Ma è possibile evitarlo?”

La risposta  sì.

Il parto operativo dovrebbe essere dedicato solo ai casi di estrema necessità, ovvero nei casi in cui nonostante si sia fatto tutto il possibile per favorire le competenze di mamma e bambino, c’è qualcosa che non va.

Purtroppo però non sempre vengono fatte delle scelte per favorire un parto spontaneo.

Non è raro infatti che il bisogno di intervenire con un parto operativo (ma anche con altre procedure come l’infusione di ossitocina, l’episiotomia, ecc.) sia causato da una gestione del travaglio e del parto che non tiene conto della fisiologia, ovvero di “come funziona” il nostro corpo e quello del bambino durante la nascita.
Spesso quindi i parti operativi potrebbero essere evitati, se durante la gravidanza, il travaglio e il parto si prestasse la giusta attenzione ai cambiamenti e ai segnali del nostro corpo.

Come favorire il parto spontaneo?

favorire parto spontaneo

1. L’informazione

L’informazione è uno degli ingredienti fondamentali per un parto spontaneo (e soprattutto positivo). E’ un pò come la farina nella ricetta di un ciambellone.
Arrivare alla nascita con un bagaglio di informazioni scientificamente provate, che avete potuto provare su voi stesse attraverso degli esercizi, o di cui vi hanno dimostrato l’effettiva veridicità, è il primo passo verso una scelta consapevole.
Senza informazione la scelta è lasciata al caso, o peggio, viene delegata a qualcun’ altro (molto spesso il medico, l’ostetrica, un parente, ecc.).
Quando non c’è informazione c’è incertezza, paura, sentimenti che a volte ci portano a prendere delle decisioni che apparentemente ci tranquillizzano, ma che a volte non sono di aiuto per il parto.

2. Essere protagoniste del proprio parto

“La donna al centro” è un concetto tanto breve quanto complesso, che noi ostetriche sosteniamo molto.
Essere al centro del proprio parto significa essere responsabili e consapevoli delle proprie scelte (che nascono dall’informazione), significa riconoscersi il diritto di poter scegliere e pretendere che queste scelte vengano rispettate da chi ci sta intorno.
Significa ritagliarsi il giusto tempo in gravidanza per prepararsi, per conoscere il proprio corpo e il proprio bambino, per informarsi.

3. Scegliere il luogo del parto e i professionisti
ostetrica

Quando vengono abbracciati il punto 1 e 2 di questa lista, sarà difficile incontrare dei professionisti che non rispetteranno le vostre scelte.
La convinzione di una madre consapevole di cosa vuole per lei e per suo figlio, basata su delle motivazioni scientificamente corrette, si manifesta con una forza incredibile.
E se pure doveste incontrare sulla vostra strada un ambiente che eserciti una certa resistenza alle vostre richieste, visto le informazioni che avete avrete sicuramente modo di controbattere, argomentare e pretendere quello che è di vostro diritto.

Spesso troverete personale competente e aggiornato nelle sale parto italiane.
Spesso, ma non sempre.

E bisogna comunque dire che, nonostante la professionalità, nella maggior parte dei casi sarete sostenute da professionisti che non avrete mai visto prima. E’ importante che siate quindi voi la vostra “ancora”, che arriviate al parto con un piano del parto (possibilmente scritto) che descriva punto per punto cosa desiderate per la nascita.
Oltre a questo, è possibile informarsi in gravidanza sulle procedure dei diversi punti nascita situati nel vostro territorio, e in alcuni di essi è possibile essere assistiti da un’ostetrica di fiducia che potete conoscere già dalla gravidanza.
In questo modo potrete scegliere il luogo in base a cosa per voi è davvero importante.

4. La danza del travaglio

La nascita è un evento molto fisico, in cui il corpo della madre e del nascituro sono davvero protagonisti.  E’ un’alternanza fra contrazioni e pause, fra attività e rilassamento, fra veglia e riposo.
E’ dunque impossibile pensare al parto senza pensare a movimento, fluidità, in cui il corpo materno ondeggia, si muove, asseconda gli istinti per dare alla luce il suo piccolo.
I movimenti e il cambio continuo di posizioni, ascoltando i bisogni del corpo, favoriscono la nascita forse più di ogni altra cosa. Per farlo però occorre avere una buona consapevolezza di sè, un certo grado di ascolto del proprio corpo.
La gravidanza ci porta già naturalmente in questo stato di introspezione, ma ci sono anche molte attività che possono aiutarci a perfezionare questa modalità di relazione con il proprio corpo, che per alcune può essere una novità.

Questi sono solo alcuni degli ingredienti necessari per un parto spontaneo e positivo, a cui potrete aggiungerne altri a seconda dei vostri “gusti” e bisogni.

Nel prossimo articolo capiremo perché il parto spontaneo è la scelta che comporta migliori esiti di salute per mamma e bambino, e vedremo anche come come e dove reperire questi importanti ingredienti per favorirlo.

Al prossimo approfondimento!

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

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