Ultima modifica 20 Giugno 2019
Dopo post infarciti di tante teorie sulla scuola e sull’educazione passatemene uno semiserio. Cose, persone e fatti sono puramente di fantasia e se qualcuno ci si riconosce … peste lo colga (o ha la coda di paglia)!. O magari tutti e due …
“Lei fa la maestra,vero? Io non mi sposerei mai una maestra” mi dice oggi il salumiere con fare sprezzante mentre mi taglia il prosciutto a mano, ovviamente desiderato sottile,omogeneo e senza grasso. Ma da cosa l’avrà capito? Sono appena uscita di scuola,magari ho i capelli scompigliati, la faccia sconvolta e il vestito sporco di gesso…
“Come dice scusi?”
“Ho detto che non mi sposerei mai una maestra. Siete troppo pignole, troppo precise, troppo pronte ad aspettare che l’altro “cadi” in errore … e poi avete un tono di voce troppo alto”
A parte il fatto che non si dice “cadi” ma “cada”, poi sono già sposata e ciò mi basta e avanza e anche io ne avrei da dire a bizzeffe su un potenziale secondo marito salumiere, ma guardo avanti, passo e pago …
Ma il salumiere,oggi,aveva proprio tutti i torti?
Devo dire la verità, spesso e volentieri a scuola si litiga, eccome.
Davanti ad una facciata di buonismo e buoni principi spesso noi maestre siamo delle vere e proprie iene. Attaccate alle “questioni di principio” come cozze su uno scoglio siamo capaci di litigare per un giorno libero, che come l’erba del vicino, anche quello della collega è sempre più verde o per una richiesta fatta in un modo piuttosto che in un’altra.
Siamo una categoria quasi esclusivamente femminile e tante donne,insieme, possono fare delle opere grandiose ma anche dei gran danni. Le donne sanno vendicarsi in maniera sottile e perfida se la collega in questione cade in disgrazia davanti ai nostri occhi. Provare per credere. Anzi no,non ve lo consiglio.
Ma in fondo non esiste vittima senza carnefice, re senza suddito, povero senza ricco e chi ne ha più ne metta.
Il primo passo per superare certi impasse sarebbe quindi quello di chiedersi: “Che cosa faccio io per far sì che la mia collega sia così antipatica con me?”.
Noi donne siamo così brave a far capire all’altra che ci è antipatica senza dirglielo espressamente che potremmo ricevere una laurea honoris causa. Il linguaggio del corpo e “il non detto” è talmente potente da comunicare molto più di quello che riusciamo a dire con le parole.
E l’antipatia è come l’imprintig che succede alle paperette appena nate. Il primo oggetto in movimento che vedono simile a loro lo riconoscono come la loro mamma. Anche se si tratta di un banale pupazzo di peluche. Anche per l’antipatia non esiste una seconda possibilità: se percepiamo la collega come antipatica poi misureremo tutte le sue azioni secondo questo schema preconcetto. E come detto prima noi maestre tra “questioni di principio” e pignolerie ne abbiamo da dire.
In fin dei conti non dobbiamo sposarcela (e due!!!) e neanche partirci per un viaggio, avere una proficua collaborazione professionale sarebbe più che sufficiente.
Sarebbe necessario,anche se difficile, accettarla così com’è. Magari sarà diventata così in base ad esperienza positive e negative di vita, magari pensa che per riuscire è necessario agire in quella maniera, per cui, nel rispetto reciproco, sarebbe evitabile qualsiasi tipo di scontro.
Si chiama “psicologia positiva” e cioè vedere l’altro con l’occhio di un antropologo che si affaccia sulla conoscenza di una tribù sconosciuta … perché lavorare con qualcuno,anche per anni,non significa conoscerlo,anzi.
E per finire … perché no un colpo di scena? Perché no una gentilezza improvvisa, una confidenza inaspettata, un piacere da chiederle … proprio per rompere gli schemi?
Magari venti secondi sono pochi, ma se funziona … fatemelo sapere!!!
Ahime’, io ghe ho insegnato piu’ di 20 anni alla scuola media mi ci ritrovo benissimo.
Come tutti i gruppi, anche il Collegio Docenti ha elementi validi e non.
Difficile andare d’accordo con tutti!!!
Cara Giuli,grazie per il commento. Purtroppo è difficile andare d’accordo con tutti,ma la scuola,almeno per la mia breve esperienza,è un luogo molto “litigioso”. Forse perché è molto femminile,forse perché siamo un pò troppo sotto pressione,forse…secondo te quali sono i motivi?Ciao.Arianna