Ultima modifica 10 Novembre 2015
“Settembre, andiamo è tempo di migrare”,diceva il poeta e “Gennaio, andiamo, è tempo di iscriversi” dice la circolare Miur per il prossimo anno scolastico 2014-2015.
Le iscrizioni saranno on line per le prime classi di tutti gli indirizzi (tranne per la scuola dell’infanzia per cui si prevede un modello cartaceo) e ci si potrà iscrivere dal 13 gennaio al 15 febbraio 2014.
Quest’anno sarò alle prese anche io con l’iscrizione alla scuola primaria di mia figlia e fortunatamente non mi pongo il problema: Tata frequenterà la stessa scuola dove ha frequentato i tre anni (anzi quattro,visto che le ho fatto fare l’anticipo a due anni e mezzo) di scuola dell’infanzia. Tutto questo per una questione di continuità con gli ambienti, con i compagni che ritroverà in classe e con l’organizzazione scolastica che ha funzionato fino ad adesso che reputo siano i criteri fondamentali per la scelta.
Sarà che questi anni sono filati piuttosto lisci, non ho particolari esigenze lavorative né debbo trasferirmi dal quartiere ma per me la scelta della scuola non sarà un problema.
Alcuni genitori questo problema invece se lo pongono, eccome.
Lungi da me dal giudicare le personalissime motivazioni di ciascuna famiglia ma non mi piace vedere il periodo delle iscrizioni come una “campagna acquisti” da parte delle scuole. Oltre le superiori ora anche le scuole primarie organizzano giornate di “scuola aperta” per far conoscere ai genitori dei futuri alunni di classe prima il POF (Piano Offerta Formativa) le insegnanti e le attività proposte per il prossimo anno scolastico e questa cosa,personalmente,mi piace poco. A parte necessità lavorative, familiari o episodi gravi non credo che sia un bene per il bambino scegliere una scuola primaria che non ha alcun tipo di continuità con la scuola dell’infanzia ma che propone progetti che sembrano allettanti o dove ci sono maestri che sembrano essere dei geni. Gli insegnanti passano si trasferiscono, cambiano e alcuni passano di moda. E spesso si dimentica che sono proprio i bambini l’elemento centrale della scuola.
Sono convinta che a sei anni il passaggio dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria sia una momento importante che non può essere improvvisato. Non a caso i bambini della scuola primaria (in genere quelli di quarta) diventano i “tutor” dei bambini di cinque anni e li accompagneranno all’ingresso,insieme ai genitori,durante il primo giorno di scuola. Spesso e volentieri, inoltre, le insegnanti della scuola dell’infanzia e la scuola primaria realizzano dei progetti per la continuità: piccoli lavori fatti dai bambini delle classi “ponte” che poi si concretizzeranno con l’inizio dell’anno scolastico. Le insegnanti poi chiacchierano: non si scambiano un semplice “profilo” ma parlano dei bambini che hanno seguito come se fossero loro figli e ne conoscono le amicizie,le loro preferenze e le loro paure e tutto ciò non è da sottovalutare.
Spesso alcune problematiche sono “adulte”: siamo alla ricerca dell’insegnante e della scuola “perfetta” che poi non esiste.
Perché ciò che è meglio per un adulto non è detto che lo sia per un bimbo.
Perché i metodi di insegnamento che sono validi per una classe non è detto che siano valide per tutte perché non esistono classi fotocopia ed è il programma che l’insegnante progetta all’inizio dell’anno a doversi adattare ai bambini e non viceversa.
In fondo il programma va vissuto e non va finito …
…almeno se la classe non è pronta o se i tempi di apprendimento sono più lunghi.
Arianna Simonetti