Ultima modifica 21 Agosto 2017
Pioveva e c’era la partita della Lazio, ieri sera, a Roma e la città è impazzita, come sempre, ma soprattutto c’era il concerto di Claudio Baglioni e Morandi, Capitani Coraggiosi, allo stadio del Tennis.
Nulla di tutto questo, nonostante un’ora di taxi, perchè con la partita è impossibile parcheggiare all’Olimpico, nonostante una fila per ritirare i biglietti infinita, nonostante l’impazienza contagiosa dei fan in attesa, poteva bloccarmi insieme alla mia amica Francesca. Noi ci saremmo state.
La pioggia però ha fatto rimandare il concerto al 7 ottobre, come hanno annunciato Gianni e Claudio dal palco, ironizzando e ridendo. La ripresa RAI si farà in diretta la prossima settimana e noi ci torneremo.
Ma allora cosa ne scrivi a fare? Vi chiederete.
Scrivo perchè mi piace raccontare serate magiche di pioggia e note d’adolescenza che torna nella musica che usciva dalle chitarre di due cantanti immensi, come ieri notte. Perchè mentre le persone, dopo l’annuncio, si alzavano vestite di un impermeabile azzurro per andarsene, hanno imbracciato due strumenti e hanno iniziato a cantare.
E le persone si sono fermate, in piedi, e hanno iniziato a cantare, battere le mani a tempo, accompagnando le canzoni che hanno formato le ultime generazioni di noi italiani. E’ stato come fermare il tempo e tornare indietro ai muretti estiti di Strada Facendo, alle mani nelle mani con mio padre di C’era un ragazzo. Eravamo tutti insieme, sospesi nel tempo.
Un momento magico che volevo condividere con voi, noi poche anime perse e bagnate e le note della storia che scolpivano una serata.
Arianna Orazi