Ultima modifica 16 Giugno 2023
Dottore c’è una correlazione fra Covid19 e la sindrome di Kawasaki?
La sindrome DI KAWASAKI è una patologia rara che colpisce i vasi arteriosi di medio calibro di tutti i distretti dell’organismo, ed è autolimitante durando circa 2-3 settimane.
La complicanza più temibile è rappresentata dagli aneurismi coronarici, la cui incidenza viene ridotta dal 15-25% a meno del 5% quando i pazienti sono trattati con immunoglobuline entro il 10° giorno dall’esordio della febbre.
Il Covid-19 si è dimostrato in grado di scatenare una potente reazione infiammatoria.
Non si esclude che sia questa sua capacità alla base dell’aumentata incidenza di Malattia di Kawasaki.
Quali sono i primi sintomi che devono mettere in allarme un genitore ?
La Sindrome di Kawasaki è una patologia che va sospettata per il persistere della febbre oltre i 3-4 giorni nonostante la terapia antipiretica e per la mancata risposta all’eventuale terapia antibiotica intrapresa. In questo caso va ricontattato il pediatra curante senza perdere tempo.
Come dobbiamo comportarci, cosa ci suggerisce per gestire i bambini con uso di mascherine e abitudini di vita?
L’utilizzo delle mascherine nei bambini più grandi, l’igiene ripetuta delle mani e il distanziamento sociale restano i perni della prevenzione. Non scordiamocelo mai.
Sono previsti test sierologici anche per i più piccoli?
Non per il momento. I test sierologici ci ragguagliano solamente dell’avvenuto contatto.
La positività dei test richiede necessariamente un tampone per valutare lo stato di portatore ancora in atto. Al momento attuale direi che sono utili per studi epidemiologici.
L’utilizzo del plasma va riservato solo ai casi più gravi e sta dimostrando negli studi intrapresi un’ottima efficacia.
Sarà l’unico mezzo per risolvere il problema in maniera definitiva.
Se fosse per me lo renderei obbligatorio.
Dobbiamo salvagurdare noi stessi ma dobbiamo pensare anche al bene della società intera ed impedire la circolazione del virus. Spero che sia disponibile il più presto possibile.
Chi ha contratto il virus avrà anticorpi che lo proteggeranno a lungo ?
E’ presto per dirlo. Gli studi prospettici valuteranno questo aspetto. Diciamo che a breve, in teoria, la presenza di anticorpi dovrebbe costituire un vantaggio protettivo per chi ha contratto l’infezione di recente.
Ma il ruolo protettivo a distanza di mesi è ancora tutto da verificare.
Ho incontrato medici, infermieri e operatori sanitari fantastici.
L’esperienza penso mi abbia arricchito in quanto ai medici qualche volta serve passare dall’altra parte della barricata. Una volta tornato nel tuo ruolo sei ancora più attento alle esigenze dei pazienti che hai in cura, alle loro aspettative, e soprattutto alle speranze. Inoltre constati la fragilità umana, rivaluti il ruolo della prevenzione.
Focalizzi meglio l’importanza dei corretti stili di vita ed inoltre hai la “fortuna” di poter poi apprezzare ancora meglio quanto sia meravigliosa la vita.
La mia povera mamma di fronte alle cose storte che mi succedevano nella vita mi diceva sempre “e chi ti dice che non sia stata invece una fortuna…”