Ultima modifica 15 Maggio 2019

Questa copertina dell’ultima edizione statunitense del Time ha scatenato un vero e proprio putiferio.

Lo sguardo di sfida della mamma e l’età del bambino allattato sono ovviamente volti a suscitare una reazione in chi guarda e in chi leggerà l’articolo.

Cosa significa essere una brava mamma?

L’articolo tratta delle teorie di Attachment parenting del pediatra William Sears, che più o meno direttamente abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni.

Si parla di parto in casa, cosleeping, allattamento naturale prolungato e così via.

Sul web ho letto frasi come “è contro natura allattare fino a tre anni”, “questa foto mi turba”, “questa copertina fa schifo”.

Ma non è l’allattamento il cardine della questione.
E’ il titolo scelto.
E’ un titolo provocatorio quanto e più della foto.

Noi donne ad autostima spesso e volentieri siamo carenti. Perché inconsciamente ci fanno credere, fin dalla nascita, di valere un po’ di meno, e quindi di dover dimostrare di essere di più e meglio.

Non è un caso che le bambine, mediamente, abbiano un migliore rendimento scolastico: il voler accontentare e soddisfare le aspettative degli altri comincia fin da piccole.

E fin da piccole inizia la competizione in ambito femminile: si sente spesso la frase “le donne sono le peggiori nemiche delle donne”, e purtroppo a volte è proprio così.

L’insicurezza la fa da padrona, anche e soprattutto quando si diventa mamme.

Almeno per me, sentire (e sentirmi dire) di essere  una “brava mamma” è sempre molto importante.

Ma ho notato, soprattutto nell’anonimato dei forum, che appena si prova a confrontarsi su parto, epidurale sì o no, cesareo elettivo, allattamento naturale o artificiale e così via, c’è sempre un(a) giudice pronta a ergersi e a tacciare la malcapitata di turno di “non essere abbastanza brava”.

Ma cosa significa “essere una brava mamma”?

Non è forse meglio una mamma serena, che trasmetta serenità al proprio bambino, piuttosto che una mamma che tenti di adeguarsi a tutti i costi al modello vincente della “madre votata al sacrificio” che tentano di propinarci da ogni dove?

Di fronte alla domanda posta dal Time, io mi rispondo che sì, sono abbastanza mamma.
Ma è una domanda che non dovrei neanche pormi, e a nessuna di noi dovrebbe essere posta una domanda del genere.
La migliore mamma è quella sufficientemente buona, per usare la definizione di Donald Winnicott.
E’ un’espressione che mi piace moltissimo, perché allenta la tensione all’impossibile perfezione che –almeno in me- sento sempre molto, troppo forte.
Forse è meglio cercare conferme negli sguardi dei nostri figli, anziché interrogarci allo specchio sul lavoro che stiamo facendo con loro.
E di fronte ai loro occhi sorridenti, rilassarci, almeno per qualche istante.

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

3 COMMENTS

  1. Forse è meglio cercare conferme negli sguardi dei nostri figli, anziché interrogarci allo specchio sul lavoro che stiamo facendo con loro. E di fronte ai loro occhi sorridenti, rilassarci, almeno per qualche istante.

    E’ il sunto di tutto, ciò che penso anche io…
    Mia madre mi allattò fino ai tre anni… ma mica perché era più mamma con me che con i miei fratelli, io avevo ‘sta fissa e non volevo smettere mai.
    Poi arrivò il mare, l’amore per l’acqua e lo starci sempre dentro… mia madre mi “comprò” così: se mangi il latte devi digerire e stare fuori due ore prima di poter fare il bagno.
    Ho dimenticato il seno… svezzata la “piccola” 🙂

    • Ecco, credo che anch’io prima o poi dovrò fare un “patto” con Elisa, che ha 18 mesi e non ha alcuna intenzione di smettere. Io non glielo nego, sarebbe come negarle un abbraccio: è il nostro rituale della buonanotte e del buongiorno.
      Un altro discorso è il bambino di 3-4 anni che si consola quando si fa male solo attaccandosi al seno, perché a quell’età bisognerebbe avere altri “strumenti”. Ma chi sono io per giudicare? 🙂

  2. “Forse è meglio cercare conferme negli sguardi dei nostri figli, anziché interrogarci allo specchio sul lavoro che stiamo facendo con loro. E di fronte ai loro occhi sorridenti, rilassarci, almeno per qualche istante.”

    Rubo anch’io l’ultima frase perchè sono straconvinta che sia il SENSO DELLA VITA…..lo sguardo dei bimbi ed il loro sorriso, loro non mentono mai! Chi mi conosce sa che la persona in copertina potrei essere io, allattare per me è fondamentale ma mi rendo conto che non è una cosa semplice, c’è bisogno di impegno fisico e mentale ed obbligare una mamma a farlo è un danno per lei e per il bimbo.

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