Ultima modifica 9 Gennaio 2020
Da bambina mi chiamavano Bastian Contrario. Sempre a pensare una cosa diversa dalla massa, con le mie idee in lotta solitaria contro tutto e contro tutti.
D’altro canto, sono, per fortuna, una che ascolta, si informa e, se del caso, cambia idea. Questo comporta degli svantaggi, naturalmente, perchè il quotidiano, alle volte, si complica non poco, soprattutto quando hai il deciso di crescere figli controcorrente o, meglio, secondo la tua corrente.
Che poi… anche i salmoni vanno contro corrente e nessuno gli ha mai detto niente.
A parte l’orso che li aspetta in cima per papparseli, ovvio.
Cosa significa crescere figli controcorrente?
Nel mio caso significa che, da atei, ci troviamo in un paese in cui il cattolicesimo è talmente radicato da renderci difficile la scelta della scuola (una in cui non si festeggi il Natale con asinelli e buoi ad esempio). Oppure dover trovare a un bambino di tre anni una risposta alla domanda “dove andiamo quando si muore?” senza nominare vermi e decomposizione e via così.
Oppure significa che se mio figlio maschio decide di mettersi il rossetto e i tacchi per giocare alle “mamme” o se vuole per Natale la casa di Barbie (perchè ha l’ascensore e il garage) non c’è il benchè minimo problema.
Significa trovare normale (e di grande esempio) che in una famiglia il papà si occupi anche della famiglia: che aggiusta lampadine, ma sa qual è il lavaggio migliore per i sintetici. Un papà che cambia pannolini con una mano mentre con l’altra sta già mettendo a posto, ma se si arrabbia non si fa impietosire come la mamma dagli occhioni da Gatto con gli Stivali dei bambini.
Ciò che desidero è che i miei figli imparino a sentirsi liberi di essere quello che preferiscono, senza pregiudizi.
Senza paura di dire la loro anche se è una voce fuori dal coro.
Crescendo si formeranno le loro proprie idee e spero di avergli dato gli strumenti per portarle avanti anche quando sarà difficile farlo.
Passeranno le fasi in cui essere uniformati a tutti sarà importante e se lo vorranno li asseconderò, perchè anche quella fase fa parte della crescita e della formazione della personalità. Ricordo ancora mia mamma che a carnevale ci cuciva personalmente sontuosi abiti di tessuti pregiati, quando mia sorella ed io volevamo solo quelli del negozio come tutti gli altri!.
Il mondo che ci circonda è spesso ossessionato da ciò che è diverso, ci sono persone così ottuse che ne hanno un vero terrore e sicuramente i miei figli li incontreranno.
Quello che gli stiamo insegnando, soprattutto con il nostro esempio di genitori, è che non li devono temere. Non devono scoraggiarsi davanti a chi mette in dubbio che un’idea diversa possa essere valida quanto quella condivisa dai più.
In molti casi non esiste un “giusto” e uno “sbagliato” in senso assoluto, voglio che lo sappiano e che lo portino sempre ben impresso nei loro cuori, perchè non c’è motivo di sminuire il pensiero o lo stile di vita di un’altra persona.
Vorrei che imparassero, da cittadini liberi e rispettosi, a valutare gli individui per per come si comportano. Non per le parole che spendono o per i vestiti che indossano.
Vorrei che imparassero a non temere ciò che non conoscono, ma che ne fossero attratti per potersi arricchire di nuove esperienze. Vorrei che non prendessero per oro colato le MIE convinzioni, ma che se ne formassero delle proprie anche totalmente diverse.
Il mio compito di madre sarà ancor più messo alla prova proprio nel momento in cui i miei adorati pargoletti mi diranno che non la pensano come me.
Assecondarli in passioni che proprio non mi appartengono (i miei incubi? Tiziano che gioca a calcio e Alice che si fa i selfie con la bocca a cuore).
Le fasi della vita sono molte e cambieranno mille volte personalità e idee.
Mi auguro solo di avergli dato gli strumenti per diventare, un giorno, adulti responsabili, rispettosi, sicuri di sè.
Di più non so che fare.
Vivere le loro vite non posso e non voglio, 15 anni li ho già avuti e mi è bastato grazie!
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