Ultima modifica 27 Agosto 2020
Mi capita spesso di passeggiare con il mio cane e vedere dei bambini che, quando ci scorgono in lontananza, iniziano a strillare e si attaccano alle gambe dei genitori urlando e piangendo terrorizzati.
Spesso trasmettiamo loro le nostre fobie.
Non dico che aver paura degli animali debba essere sbagliato in assoluto.
Ci sono persone che hanno subito veri e propri traumi e aggressioni o sono stati azzannati e, dopo un’esperienza del genere, diffidano anche del più piccolo dei chihuahua.
È risaputo però che tendiamo a riflettere sui nostri figli qualsiasi cosa ci riguardi: simpatie, antipatie, amore per uno sport piuttosto che un altro e, appunto, amore o paura per gli animali; che poi diciamocelo, sarebbe più legittimo il contrario, visto come l’irruenza dei bambini e la loro voglia di giocare li trasformi spesso da “carnefici” in “vittime”.
Personalmente ritengo che il binomio bambino-cane o gatto, sia un’esperienza straordinaria, soprattutto se si ha la possibilità di farli crescere insieme.
I bambini imparano da subito a rapportarsi con gli animali e a portare loro rispetto, fatto salvo poi insegnare loro, a mano a mano che crescono, che non tutti gli animali possono essere trattati come quelli che vivono in casa con noi, ma è sempre buona norma avvicinarsi e chiedere al padrone se l’animale in questione ami essere accarezzato e coccolato.
Io e il mio compagno abbiamo un cane e due gatti; sono la nostra ombra e ci seguono ovunque; ci amano e sono amati. Sono tutti ben educati e, come amiamo definirli, sono il cane e i gatti più buoni della terra.
Con l’arrivo del nostro piccolo otto mesi e mezzo fa, ne ho avuta la riprova.
Al mio rientro dall’ospedale tutte e tre le nostre bestiole si sono sentite “tradite”, hanno capito che qualcun altro stava invadendo il loro spazio ma, contrariamente a quanto si sente dire a volte, non hanno reagito in modo aggressivo, anzi. Maya, il cane, vigilava sul piccolo, e in poco tempo è diventata protettiva e territoriale; la gatta, più schiva e meno avvezza alle coccole, è diventata una dispensatrice di fusa e alla continua ricerca del contatto fisico con noi; il gatto invece… beh, lui secondo me è quello che ha sofferto di più con delle vere e proprie crisi di gelosia.
Con il tempo, tanto amore e cercando di coinvolgerli in tutte le nostre azioni quotidiane con il piccolo, ora le cose sono cambiate e vederli insieme, tutti curiosi l’uno dell’altra e spesso impacciati nell’approccio, è meraviglioso.
Molti di voi penseranno che sono “solo” animali, ma sono sicura che chi lo ha vissuto in prima persona può capire quale nobile e straordinario sentimento possa legarci ai nostri pelosi.
Credo che, passatemi il paragone, educare un figlio sia come educare un animale e che, come nel caso dei quadrupedi maleducati, l’origine di certi loro comportamenti vada sempre cercata nei padroni, perché la maleducazione non è certo cosa insita nella loro natura.
Educare un cane o un gatto significa amarli incondizionatamente e avere pazienza perché anche loro, come i bambini piccoli, non capiscono e non sanno di sbagliare; con la differenza che i bambini a un certo punto crescono e diventano un minimo autosufficienti, mentre gli animali avranno sempre bisogno di noi.
Se si rispettano gli animali, riusciremo a trasmettere lo stesso importante valore ai nostri figli.
A mio avviso è fondamentale insegnare loro che un animale non si compra, non si regala per un compleanno o per Natale come un giocattolo, ma è un impegno.
Credo che i sacrifici che siamo disposti a fare in virtù delle necessità dei nostri amici a quattro zampe, ci diano anche il metro per misurare quali sacrifici (parlo delle piccole rinunce quotidiane, non fraintendetemi) siano disposti a fare i genitori un domani nei confronti del proprio figlio.
Il mio compagno per esempio non s’iscrive in palestra, perché dopo il lavoro torna a casa da suo figlio, deve uscire con il cane e non ha tempo per sé, punto.
Se non fossero così straordinari e non fosse così importante il rapporto che li lega con i nostri cuccioli d’uomo, forse non esisterebbe nemmeno la pet therapy negli ospedali pediatrici, no?
[…] a chi? 25 maggio 2012 | InLeft,Non ci piace,Parliamo di… | Qualche tempo fa scrivevo dell’importanza del legame tra bambini ed […]