Ultima modifica 30 Gennaio 2018
Alle elezioni amministrative c’è stato un netto vincitore: l’astensionismo.
L’affluenza nazionale definitiva dice che ha votato il 67,38% degli aventi diritto, quasi 15 punti in meno rispetto alle precedenti.
Un altro dato salta subito agli occhi: il Movimento 5 stelle non ha portato alcun candidato al ballottaggio in nessuna grande città, nonostante i suoi candidati siano entrati in quasi tutti i consigli comunali coinvolti dalle elezioni.
Questo perché –agli occhi di una che di politica legge molto ma se ne intende poco- il candidato sindaco viene votato perché conosciuto e riconosciuto capace dalla comunità, mentre i candidati del M5S sono per principio dei neonati della politica.
Io stessa avevo votato M5S alle ultime elezioni politiche, e se avessi dovuto votare anche alle amministrative mi sarei trovata in imbarazzo.
I principi sono importanti, ma se –magari- fosse stata stipulata un’alleanza col PD, almeno sui punti chiave per governare, il disamore nei confronti del Movimento sarebbe stato minore.
Invece l’apparente immobilità e il puntuale ostruzionismo su qualunque questione dibattuta in Parlamento potrebbero aver compromesso i risultati di queste elezioni.
Non bisogna dimenticare, però, che il punto della rinuncia ai rimborsi elettorali è stato onorato, come da impegni, e nel desolante panorama politico, dove poche promesse vengono mantenute, non è cosa da poco.
Io ci credo ancora.