Ultima modifica 24 Agosto 2020
Disoccupata e con almeno un figlio minore di 6 anni. Bando per mamme disoccupate.
Se corrispondi a questo identikit e stai attualmente cercando lavoro, il nuovo bando della Regione Lazio potrebbe fare al caso tuo: hai tempo fino al 20 dicembre per partecipare.
L’idea di fondo è quella di incentivare l’inclusione economica e lavorativa delle donne, poste ai margini del mercato, con la consapevolezza che le pari opportunità si ottengono solo se aumenta il sostegno alle famiglie.
Nello specifico, sul sito della Regione Lazio si legge che lo scopo del bando è quello di “facilitare l’incontro tra chi cerca e chi offre lavoro, mettendo al centro la donna da ricollocare e per la quale devono essere costruiti percorsi di politica attiva a partire dalle competenze e dal percorso delle persone e del fabbisogno delle imprese“.
Mamma è a lavoro… e i bambini?
Ma se le mamme tornano al lavoro, chi pensa ai figli?
A questa domanda la Regione Lazio ha risposto prevedendo “un bonus di conciliazione” per sostenere “le spese di servizi per l’infanzia: nido, babysitting, tagesmutter (le cosiddette “mamme di giorno”, donne che si occupano di figli altrui presso il proprio domicilio, ndr), ludoteca“.
Un aspetto, questo del bonus, fondamentale sotto almeno due punti di vista: in quanto aiuto concreto, certo, ma soprattutto come riconoscimento sociale.
In casa le donne svolgono una funzione – cruciale, eppure spesso sottovalutata – di compensazione delle carenze del welfare e dei servizi pubblici. Può piacere o meno, ma la realtà è questa.
La situazione in Italia
Prevedere esplicitamente un bonus che possa sopperire (o aiutare a sopperire) al lavoro casalingo delle mamme per favorirne il back to work è un segnale importante.
I dati, del resto, parlano chiaro: sul panorama occupazionale italiano la questione di genere pesa come un macigno.
Il Rapporto annuale Istat 2016, che analizza, tra le altre cose, il lieve incremento nel numero di occupati registrato in Europa nel corso del 2015, denuncia al contempo che “in alcuni paesi le distanze (tra uomo e donna, ndr) restano elevate: è il caso dell’Italia, dove il tasso d’occupazione maschile è del 65,5 per cento e quello femminile del 47,2 per cento, con un divario di 18,3 punti percentuali”. In altre parole, significa che nel nostro Paese oltre una donna su due non lavora.
Le cause di questa dispersione della forza lavoro femminile sono variegate.
A marzo scorso la testata britannica The Economist ha pubblicato un articolo dal titolo eloquente: “I posti migliori – e peggiori – per essere una donna che lavora”, riportando dati dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico relativi alla parità di trattamento tra uomo e donna.
L’Italia risulta al disotto della media Ocse, non solo per numero di occupate, ma anche in termini di tutela dei diritti delle mamme lavoratrici. Non è certo una coincidenza: le due cose vanno a braccetto.
Ecco perché, al di là delle specifiche di merito, e dell’effettiva efficacia, che bisognerà valutare, il bando della Regione Lazio va nella direzione giusta.
Se ti interessano i dettagli del bando per mamme disoccupate e pensi di proporre la tua candidatura, qui trovi tutte le informazioni utili.
Virginia Di Marco