Ultima modifica 20 Febbraio 2020
Niente può dare più gioia ed essere più emozionante che l’arrivo di un figlio, specie se tanto cercato. Ma niente può cambiare il rapporto di coppia in un modo così inaspettato ed essere destabilizzante quanto l’arrivo di un figlio, specie se arriva dopo molti anni di matrimonio.
Lasciate che vi racconti.
Di colpo la coppia diventa… un trio!
Io e mio marito ci siamo conosciuti giovanissimi e, un po’ colti dalla pazzia di quell’età, giovanissimi ci siamo sposati.
Nel bene e nel male, nelle gioie e nelle difficoltà, siamo cresciuti insieme, ci siamo sostenuti a vicenda, abbiamo viaggiato, ci siamo impegnati nel volontariato e gli anni sono trascorsi. A circa 35 anni il mio orologio biologico, che fino ad allora sembrava neanche esistere, ha iniziato a dare i suoi segnali di allarme. Ho iniziato a vedere bambini dappertutto e a casa sembravamo la brutta copia dei Vianello: “Che barba, che noia!”
Così è cominciata la ricerca dell’erede che con molta fatica, un tentativo andato male, esami, e via discorrendo, è arrivato a 40 anni suonati.
Ragazzi, dopo ben 20 anni di matrimonio è stato come essere travolti da un treno e, considerando che per i primi tre anni non si è dormito mai, il treno ha fatto anche retromarcia e ci è ripassato sopra!
L’ostetrica del corso pre-parto diceva che la nascita di un figlio mette in mostra la qualità di un rapporto. Niente di più vero: lo stress potrebbe far emergere e amplificare le proprie insicurezze e i problemi irrisolti della coppia.
Cosa ci ha aiutato in questo frangente?
Quali consigli hanno fatto sì che siamo qui a raccontare il tutto ancora interi?
La prima parola d’ordine è sicuramente: PAZIENZA, PAZIENZA, PAZIENZA!!!
Avevo sempre pensato di essere una persona tranquilla e paziente, ma ho scoperto il vero significato di questa parola diventando mamma. Ad esempio, dobbiamo essere pazienti anche se i tentativi di nostro marito di accudire al bambino sono un po’goffi e il marito deve tenere conto dei mutati bisogni fisici ed emotivi di sua moglie e capire che le sue attenzioni ora non sono più solo per lui.
E’ necessario fare uno sforzo cosciente per rimanere vicini, non smettendo mai di dimostrarsi affetto con le parole e con i gesti. E’ necessario parlare apertamente dei cambiamenti che avvengono nella vita sessuale cercando insieme nuovi equilibri e cercando di ritagliarsi del tempo di qualità per ritrovarsi come coppia.
Se si rimane amici riusciremo meglio ad affrontare la sfida dell’essere genitori.
Tra le maggiori sfide c’è quella dell’essere d’accordo su come educare il piccolo.
Anche qui il segreto sta nel comunicare.
Spesso si riportano inevitabilmente in atto metodi acquisiti nelle proprie famiglie d’origine e quindi diventa necessario stabilire insieme quali atteggiamenti e azioni dei propri genitori si vogliono imitare e quali evitare tenendo conto che un fronte unito darà maggiore sicurezza al bambino. Ebbene sì, a qualunque età arrivi, il primo figlio ci metterà alla prova e così come ci vuole tempo e pazienza a imparare qualsiasi arte, tanto più nel mestiere più difficile ed entusiasmante del mondo: essere mamma e papà.