Ultima modifica 7 Maggio 2019
Dinosauri in mutande (Dinosaurs love underpants, se volete leggerlo in lingua originale), è uno dei libri preferiti da Diego, il mio bimbo più piccolo che ora ha sei anni.
Vi racconto come è venuto in nostro possesso, com’è che l’abbiamo sgualcito tanto e perché ci piace.
Durante uno dei nostri frequenti tour esplorativi nella nostra libreria favorita, l’allora quattrenne si recò dal superlibraio Andrea e alla domanda: “Cosa vuoi leggere, Diego?” lui rispose “Aui”.
Diego è stato un “late bloomer”, un fiorellino che è sbocciato tardi, e al tempo ancora non parlava bene: si esprimeva in una lingua comprensibile solo a suo fratello.
Beh, comprensibile evidentemente anche ad Andrea perché lui – che è superlibraio non a caso!- si sintonizzò immediatamente sulle frequenze del giovane cliente, afferrò la parola “dinosauri” e tornò con questo volumetto dal titolo improbabile: Dinosauri in mutande.
Dinosauri e mutande nella stessa frase?
Ci sono due cose più lontane l’una dall’altra?
Il ragazzino sorrise, apprezzò la proposta, rifiutò la busta, si infilò il libro sotto il braccino e se lo portò a casa.
Io manco ve lo so dire quante volte lo abbiamo letto!
Per darvi un’idea, dopo le prime letture Diego lo aveva già mandato a memoria ma ripeteva solo i suoni finali; dopo qualche settimana ripeteva parole intere che si capivano sempre meglio, giorno dopo giorno.
Oserei dire che la sua prima parola chiara, dopo mamma e papà, sia stata “mutande”!
E se il merito enorme di averlo aiutato a “trovare le sue parole” lo dobbiamo ad una brava logopedista, la lettura ad alta voce accoccolati nel lettone ha dato sicuramente il suo contributo.
Ma veniamo alla recensione.
Intanto, non per sembrarvi malfidata ma vorrei dire che nutro il sospetto che la storia manchi di rigore scientifico dal momento che attribuisce l’estinzione dei dinosauri alla comparsa delle mutande.
Ma tutto può essere, eh! Se c’è chi sostiene che la terra sia piatta, non vedo perché si dovrebbe mettere in dubbio questa teoria, per quanto balzana.
Il testo racconta come sia scoppiata una battaglia campale per il possesso dell’intimo altrui, una lotta talmente cruenta da essere paragonata ad uno di quei match di wrestling “tutti contro tutti”.
Quasi da bollino rosso, oh!
La storia è graziosa, abbiamo detto poco scientifica, in rima, con un tempo di lettura di pochi minuti e le immagini a tutta pagina sono deliziose davvero.
È adatto ai bambini dai tre anni in su.
Il testo ha una buona leggibilità: il font è abbastanza grande e permette il riconoscimento delle lettere che potrebbero confondere i bambini che hanno qualche difficoltà nella lettura, come la sequenza p/q, b/d per capirci. Le stesse lettere sono poi ben distanziate le une dalle altre, così come c’è uno spazio giusto fra le parole e fra le righe.
Due parole sulla traduzione in italiano che, per questioni di rime, ha stravolto la versione originale in inglese. Se quest’ultima presenta un lessico sui dinosauri più specifico, perché nomina tirannosauri, diplodochi, stegosauri e altri, in italiano questa precisione viene persa.
Io ci tengo molto a proporvi anche un’alternativa in inglese e pertanto vi linko, come per Il piccolo Bruco Maisazio, un video che può aiutarvi con la lettura in lingua, la pronuncia o la fluency.
Insomma, se la recensione vi ha convinto, leggete Dinosauri in mutande.
E se queste mutande qui non vi bastano, abbiamo altri titoli della stessa autrice, Claire Freedman, che narrano di pirati in mutande, di alieni in mutande, di alieni che amano le dinomutande…
Un’ossessione bizzarra, non trovate?