Ultima modifica 24 Agosto 2020
Discriminazione: l’Italia si conferma maglia nera nel mondo. Otto donne su dieci ne hanno avuta esperienza diretta o indiretta.
Sembra incredibile ma l’età della pietra nel Belpaese non è ancora terminata.
A ribadirlo è un’indagine conoscitiva condotta da Movimento Difesa del Cittadino (MDC) e Codacons nell’ambito del progetto “Dalle pari opportunità alla partecipazione protagonista”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
La quasi totalità degli intervistati ritiene che siano gli uomini a occupare ruoli di rilevanza all’interno di enti, aziende, associazioni e circa un intervistato su tre ritiene le donne siano poco rappresentate nella sfera politica e istituzionale.
Ancora peggio in ambito lavorativo, economico e sociale fino, dove la percezione di discriminazione arriva a raggiungere l’80% della popolazione.
L’analisi congiunta per sesso e fasce d’età suggerisce che la duplice condizione di donna in giovane età è penalizzante per l’accesso nel mondo del lavoro.
In particolare, sono quattro gli aspetti su cui si è concentrata l’indagine: accesso al mondo del lavoro, possibilità di carriera, differenziale salariale e livello contrattuale a parità di mansione e titolo di studio.
Tra questi il 65% ritiene che gli aspetti più problematici siano proprio la possibilità di carriera e l’accesso al mercato del lavoro, cause principali la maternità, se non accompagnata da strumenti di tutela idonei, e un’idea ancora troppo stereotipata della donna legata a un fattore culturale.
Ma il dato più interessante e sconvolgente è che il 70% dichiara di aver avuto esperienza diretta o indiretta di discriminazione di genere a lavoro. Valore che cresce tra le donne intervistate che in 8 su 10 a questa domanda hanno risposto affermativamente.
Elisa Costanzo