Ultima modifica 20 Giugno 2019
La prima metà dell’anno scolastico è trascorsa, le pagelle ormai consegnate. Si comincia a pensare alla fine dell’anno e a tirare le prime somme. Iniziano così le crisi di metà anno, la paura della bocciatura, dell’insuccesso e molti studenti cominciano a pensare ad abbandonare la scuola.
La dispersione scolastica è un fenomeno molto complesso, che investe diversi ambiti della vita di un alunno e che può essere ricondotto a problematiche scolastico-formative, ma anche sociali e familiari.
Fra le cause maggiori, infatti , ci sono le condizioni socio-culturali ed economiche della famiglia, dinamiche personali, dinamiche di gruppo (fenomeno del bullismo) e ovviamente le irregolarità nella carriera scolastica e gli insuccessi. Compito della scuola come Istituzione è evitare che questo fenomeno dilaghi, attraverso misure preventive. Molte sono le politiche già usate e quelle che si pensa di mettere in atto per evitare che gli studenti lascino gli studi prima di conseguire il diploma superiore.
Milena Santerini, docente di pedagogia all’Università Cattolica di Milano, ex “Lista Civica”, ora “Democrazia Solidale”, sta lavorando ad un Disegno di Legge che prevede l’abolizione del voto in condotta. Secondo la Santerini il disegno risolverebbe, o quantomeno ridurrebbe, il problema della dispersione scolastica nella Scuola Secondaria Superiore.
Come tutti ben sappiamo, dopo il D.M. n. 5 del 16 gennaio 2009, il voto in condotta fa media con tutti gli altri voti . Ciò sta a significare che, un alunno che durante l’anno scolastico dimostra di tenere un comportamento non adeguato e non rispettoso delle regole, rischia la bocciatura a fine anno. Ma davvero menti eccelse e grandi studiosi abbandonano la scuola per colpa del voto in condotta? In questo ultimo periodo, abbiamo assistito a diversi fenomeni che ci hanno fatto riflettere. Le regole sono alla base di ogni società civile, definita come tale. Ogni essere vivente segue cicli vitali e modelli comportamentali. Anche le piante, per crescere sane e forti, hanno bisogno di schemi. Allo stesso modo la nostra crescita non può prescindere dal nostro comportamento.
Dal mio punto di vista, ha molto più valore un ottimo voto in condotta che un 10 in matematica! Chi non sa gestire il proprio comportamento non sarà mai in grado di gestire la propria vita. La cultura è disciplina e rigore. L’educazione fa parte della crescita dell’individuo. La scuola in qualche modo deve “punire” chi non rispetta le regole di buona condotta. Quello su cui sono d’accordo è che di certo non basta un voto!
E voi? Cosa ne pensate?