Ultima modifica 20 Aprile 2015
Ho letto, molto superficialmente lo confesso, la storia di una donna che, dopo aver abortito, si diceva contenta di averlo fatto. Dichiarava tutta la sua contrarietà ad una gravidanza per 1000 e più uno motivi.
Vi devo dire che, ad un primo impatto, la cosa mi ha disturbato parecchio, le mie idee non collimavano con quelle della signora in questione, anche se, in particolari casi, non sono contraria all’aborto che, per me, resta l’ultima spiaggia, il metodo a cui ricorrere estrema ratio dopo aver esperito e tentato ogni via utile per non rimanere incinta.
Ma di qui ad essere contenta di aver abortito ce ne corre.
Non ho approfondito l’argomento e non lo avrei commentato se…
Qualche giorno fa a Forum ho assistito alla causa (vera o studiata?) di una donna che voleva separarsi dal marito con dichiarazione di addebito a causa di un suo tradimento prolungato.
Il marito si è difeso dicendo che il suo tradimento era iniziato quando aveva scoperto che la moglie non voleva figli.
Allora tutto il suo mondo era crollato, insieme con l’amore provato per la sua compagna e perciò aveva ricominciato a guardarsi intorno e ad accompagnarsi ad un’altra donna.
Il giudice, appellandosi alla legge che non considera più il tradimento come fattore unico della cessazione del matrimonio, constatava che il rifiuto della moglie a procreare era stato la causa prima della rottura e pertanto non si poteva parlare di addebito.
Cioè, se uno dei coniugi chiaramente, senza nascondersi, contrasta l’altro, magari difendendo quello che crede un proprio diritto, può essere tradito senza che l’altro ne abbia colpa, anzi la colpa, se colpa c’è, è sua.
In questo caso la donna sposata deve, a richiesta, procreare, non se ne può esimere, la volontà del marito è legge, se non si sottopone può essere tradita, non considerata, e l’uomo non ne ha colpa alcuna, non è causa di addebito perché l’origine del tutto è la sua negazione.
Pensate a due persone che si incontrano, si piacciono, si amano e decidono di sposarsi, non di convivere, ma fanno un progetto definitivo di vita in comune, matrimonio civile, tra l’altro, quindi non ci sono motivazioni religiose che li spingono, decidono di sposarsi per amore, non sono giovanissimi e lui ha corso per anni la cavallina, ma..
Ma l’incontro con lei lo ha cambiato, non sente più il bisogno di altre donne, vive con lei un amore totalizzante che esclude tutto e tutti.
Parlano solo di loro due, di null’altro, mai un accenno ad un eventuale figlio, non solo non programmano nascite ma proprio l’argomento è escluso dai loro discorsi.
Si sposano e vivono felici l’uno per l’altra senza bisogno d’altro o di altri, dicono…fino a che un giorno, il marito non sa neppur bene perché, comincia a pensare alla possibilità di avere un figlio, un piccolo suo che ne porti avanti il nome, come si usa dire.
Ma non è completamente convinto e senza parlarne con la moglie, senza fare neanche piccoli accenni, rimugina l’idea per lungo tempo.
Passano i mesi e lui si convince sempre di più che lo sgambettio di piccoli passi sia il completamento della coppia di cui fa parte, sino a che avere un figlio diventa indispensabile e, tutto allegro, compra una bottiglia di champagne, un mazzo di fiori e torna a casa festante e ….brinda con la moglie alla futura nascita.
Lui ha finalmente deciso ed è giusto così, la signora ne sarà entusiasta, cosa può voler di più una donna che avere un figlio?
Lui non si è neppure posto il problema, lei è una donna e quindi una madre potenziale, il fatto che non abbia mai accennato al desiderio di avere un figlio, non ne abbia mai parlato, non abbia guardato con desiderio i figli degli altri non è importante, secondo lui una donna non può essere appagata fino in fondo né da un lavoro importante, né da un marito, solo un figlio, magari più d’uno, la può completare.
Ma lei cade dalle nuvole, lei è felice così, non sente il richiamo della maternità, non ne ha mai parlato perché l’argomento non l’interessava e pensava che anche per lui fosse così, forse il suo atteggiamento l’aveva tratta in inganno, ma lei era sempre stata sincera la vita di coppia era il massimo a cui aspirava.
Lui si sente tradito, ma non lo dice, gli crolla un mito, ma tace, non prova più amore per la moglie, ma, in apparenza, continua con entusiasmo la loro vita a due, solo che….solo che si guarda intorno e cerca altre donne, perché lei non rappresenta più il suo ideale.
Quindi si sente autorizzato a tradire, a nascondersi dietro una farsa e tradire, la colpa della fine del matrimonio, che lui non cerca, non è sua ma è della donna che non vuole diventare madre.
Ma lei scopre il suo tradimento e chiede separazione con addebito non per chiedere denaro da lui, anzi, ma perché lui non possa in alcun modo mettere le mani sul suo.
Ma il giudice le da torto, la causa prima della fine del matrimonio è il suo rifiuto, lei non è padrona, se è sposata, di decidere se avere o no un figlio….lui si!
Ecco, io ritengo che i figli siano il completamento di una coppia, il figlio è una parte di te e del tuo lui, è il prolungamento della vita, è il sogno, la speranza, la vita stessa…e tanto altro ancora…ma se qualcuna non ha l’istinto materno, se una coppia non parla dei figli che potrà avere in un futuro più o meno prossimo, se non si arriva insieme ad una decisione…non è una coppia.
Sono due che si sono incontrati e piaciuti, punto.
E un giorno uno dei due, lei o lui è indifferente, non si può svegliare e pretendere un figlio dall’altro comunicandolo, non chiedendolo badate bene, aprendo una bottiglia di champagne.
Se fosse successo a me …so dove sarebbe finito quel vino!!!