Ultima modifica 8 Giugno 2021
Il multitasking è un termine anglofilo e strafigo atto a definire una persona che riesce a compire contemporaneamente una miriade di attività.
La categoria maggiormente esposta allo stress da multitasking è quella delle mamme lavoratrici.
Questo rilevano i dati emersi da uno studio pubblicato sull’American Sociological Review e intitolato Multitasking and Well-Being among Mothers and Fathers in Dual-Earner Families.
I capoccioni che hanno elaborato la ricerca affermano che il multitasking è una vera e propria disuguaglianza di genere: a fronte degli stessi impegni fra padri e madri, sarebbero proprio queste ultime a risentire maggiormente della fatica, schiacciate dal disagio di essere giudicate come delle cattive mamme perché impegnate anche in un ruolo diverso da quello dell’angelo del focolare.
La ricerca ha preso vita analizzando coppie di genitori contemporaneamente impegnati in multi attività: è emerso che le madri lavoratrici impiegano ben 10 ore in più alla settimana rispetto ai loro compagni per curare i figli e i lavori domestici.
Un altro studio elaborato da alcuni ricercatori della McGill University a Montreal ha dimostrato come il cervello moderno si sia evoluto per essere volutamente multitasking, questo a prescindere se appartenga a una donna oppure a un uomo.
Io vi ho riferito quelli che sono i recenti studi che confermano
come le donne siano multitasking.
Il mio bravo dovere l’ho fatto, ma ora vi dico la mia in qualità di sfegatata fan di Superquark fin dalla notte dei tempi.
In uno special dedicato alla preistoria, il buon Piero Angela evidenziava come il concetto di “multitasking” interessi le donne fin dai tempi in cui i loro compagni le prendevano a randellate sulla zona occipitale.
Il ruolo degli uomini era quello di cacciare qualsiasi bestiola più o meno commestibile capitasse loro a tiro di lancia. Quello delle donne era difendere la prole dall’attacco delle tigri dai denti a sciabola, alimentare costantemente il fuoco, tenere la caverna pulita mentre contemporaneamente allattavano l’ultimo nato e riacciuffavano per i capelli una nidiata di mini trogloditi ansiosi di gettarsi nel primo crepaccio disponibile. Contemporaneamente.
E’ proprio questo il punto…
Gli uomini, invece, erano principalmente concentrati sulle migliori strategie d’attacco per procurarsi la cena e a battere le strade normalmente frequentate da un succoso benché pelosissimo mammouth. Punto e basta.
Sembrerebbe questo il motivo per cui gli uomini hanno sviluppato un senso dell’orientamento più spiccato rispetto alle donne segregate nelle caverne.
Ma il loro concentrarsi sul “colpisci la preda alla giugulare” ha contestualmente ampliato la dolorosa propensione a non accorgersi dei particolari e a concentrarsi soltanto sulla visione principale e soprattutto frontale delle cose.
E’ per questo che riescono a ricordare dove parcheggiano la macchina ma non trovano mai i calzini, anche se le loro mogli li infilano da millenni sempre nello stesso cassetto.
Le donne sarebbero “oggi” multitasking?
Beh, consentitemi di prendere in prestito il titolo del celebre romanzo di Erich Paul Remark per esprimere la mia opinone: “Nulla di nuovo sul fronte occidentale…”