Ultima modifica 21 Marzo 2016
I Disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) sono sempre più diffusi e spesso riempiono la bocca di genitori e insegnanti in modo improprio… Sembra che negli ultimi anni la quantità di studenti dislessici, discalculici, ecc, sia aumentata a dismisura, ma è davvero così?
Cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando e di come fare una corretta diagnosi con la dott.ssa Antonia Frustagli, tutor e presidente dell’associazione AIUTO DSA, associazione Italiana unione tutor e operatori DSA.
Cosa sono i DSA?
I dsa sono i disturbi specifici dell’apprendimento: dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia.
Si dicono specifici poiché interessano specifici domini di abilità: lettura, scrittura e calcolo.
Numerose ricerche dimostrano la loro natura neurobiologica, quindi sono caratteristiche con le quali si nasce.
Avere un dsa significa essere dotati di un QI nella norma o superiore. In particolare la dislessia è la difficoltà a leggere correttamente e fluentemente con alcune ricadute anche sulla scrittura. La disortografia è una difficoltà a scrivere correttamente nel rispetto delle regole ortografiche che non vengono automatizzate. La disgrafia concerne solo il gesto grafico: il bambino disgrafico spesso impugna male la penna, utilizza una pressione discontinua del tratto, ha una grafia stentata, a volte illeggibile. In ultimo, la discalculia: un disturbo specifico delle abilità di calcolo, (riconoscimento dei numeri, capacità di seriazione, comparazione, enumerazione, ecc.) sia delle procedure esecutive (lettura, scrittura, incolonnamento dei numeri).
Quali sono i campanelli d’allarme?
Premetto che può essere difficile per un genitore riuscire a distinguere tra una difficoltà transitoria, dovuta a una sua momentanea “immaturità” e una radicata e resistente al cambiamento. Sono due i più importanti campanelli d’allarme: una mancata automatizzazione sia in ambito della letto- scrittura sia in ambito matematico e una netta discrepanza tra le abilità cognitive globali del bambino e il suo scarso rendimento scolastico, nonostante il suo massimo impegno.
Possiamo riassumere in punti gli aspetti da tenere in considerazione per un’eventuale indagine approfondita:
E’ disgrafico? Da osservare se:
- Non riesce a scrivere in corsivo nemmeno lentamente.
- Non riesce a ottenere un buon risultato estetico.
- Scrive con molta fatica (dolore alle mani e ai polsi)
- Ha difficoltà nella scrittura di numeri e nell’incolonnamento di cifre
- È impacciato in alcuni compiti di motricità fine
- Risulta poco organizzato nella gestione del materiale e del lavoro autonomo
- Fatica a disegnare figure o grafici
E’ disortografico? Da osservare se vi sono:
- Confusione tra fonemi simili (es: F e V, T e D, B e P, L e R, ecc.)
- Omissioni (es: palla-pala, quadro-qadro)
- Inversioni (es: sefamoro anziché semaforo)
- Separazioni illegali (es: in sieme invece di insieme)
- Fusioni illegali (es: lacqua)
- Errori di doppie e accenti
E’ dislessico? Osservare se:
- Confonde le lettere simili graficamente (m-n; b-d-q-p; a-e);
- Confonde le lettere simili a livello di suono (t-d; f-v; p-b ecc..);
- Inverte le lettere (“introno” invece di “intorno”), le omette o le aggiunge;
- Legge lentamente a volte sillabando;
- Anticipa le parole, sbagliando
- può non comprendere ciò che legge
- non automatizza la lettura: una parola letta correttamente può essere letta sbagliata all’interno di uno stesso brano
E’ discalculico? Osservare se ha difficoltà:
- Nell’identificazione e nella scrittura dei numeri
- Nella dettatura di numeri
- Nel riconoscere le unità che compongono il numero
- Nell’enumerare in senso progressivo e regressivo
- Nell’associare a un numero la quantità corrispondente
- Nell’imparare il significato dei segni aritmetici e i fatti aritmetici (tabelline)
- Nel memorizzare i procedimenti (es. algoritmi del calcolo scritto)
- Organizzazione visuo – spaziale (incolonnamento)