Ultima modifica 7 Maggio 2019
Per restare in tema di turpiloquio, intanto che aspettiamo che ZOOlibri ci dica la sua, oggi vi racconto due libri proprio sboccati. Due libri che si potevano intitolare “bambini non fatelo a casa”.
Due libri che mostrando un comportamento palesemente sbagliato, vogliono insegnare ai bambini come, al contrario, sarebbe giusto comportarsi.
Un po’ come il video di quella mamma che si mette a fare i capricci al supermercato per mostrare al figlio quanto è stressante sentire i suoi di capricci.
Confesso, io lo faccio spesso con i miei e devo dire che funziona!
Sto parlando di Due mostri e Tre mostri di David Mckee, Edizioni Lapis.
Età di lettura dai 4 anni.
Due mostri
E’ la storia di Mostro Rosso e Mostro Blu che vivono felici ognuno nel suo lato di montagna. Soli. Ignari di ciò che succede a poca distanza da lui, ognuno di loro è convinto che ciò che vede sia Verità Assoluta.
I due mostri si parlano attraverso un buco nella montagna, sono amici in un certo senso, fino a quando uno dei due, per rendere partecipe l’amico della bellezza di ciò che vede, esclama “Guarda che bello, il giorno se ne va!”.
Il sole tramonta da quella parte di montagna e per lui che vede solo una porzione di realtà è, invece un Tutto Assoluto.
Dall’altra parte della montagna, il Mostro Rosso non la vede così. “Ma no, è la notte che arriva, sciocco!”
Ecco.
BUM!
L’insulto gratuito.
Succede spesso così quando si tocca un tasto dolente o quando una delle persone coinvolte in una conversazione si sente punta sul vivo. Offende.
Giustamente il Mostro Blu non ci sta a farsi chiamare sciocco e controbatte, salendo di toni.
Da quel momento in poi è un crescendo di insulti testa di rapa, stupido cervello di gallina, ciccione ignorante … e via così facendo seguire alle parole anche dei fatti: ad ogni insulto lanciato segue un pezzo sempre più grosso di montagna.
Le liti sono così.
Si parte da un niente, si finisce a distruggere amicizie e montagne.
Come finisce?
Ovvio, no? I due mostri annientano la montagna proprio al tramonto, quando il giorno se ne va e la notte arriva. Avevano ragione entrambi, bastava fermarsi e immaginare il punto di vista dell’altro!
Tre mostri
ci parla di rispetto, di popoli, di diversità, di accettazione del diverso.
Ancora una volta ci sono un Mostro Blu e un Mostro Rosso che vivono su un’isola abbastanza disastrata, ma sono così pigri che, tutto sommato, gli va bene così.
Un giorno arriva … un Mostro Giallo.
Arriva in pace.
Arriva con parole gentili, chiede asilo perché un terremoto ha distrutto la sua terra.
I mostri Rosso e Blu si sentono forti a casa loro, il Giallo è solo un Faccia di crema, un buffo straniero e pertanto non lo vogliono e lo insultano.
Mostro Giallo è disposto ad aiutare, non vuole stabilirsi sull’isola senza pagare alcun prezzo e così Rosso e Blu sperano di imbrogliarlo facendo fare a lui il lavoro di pulizia che loro da sempre rimandano.
Mostro Giallo, però, è servizievole, disposto ad aiutare, sa di essere in una posizione non certo di favore, ma non è neanche uno stupido e così, avendo capito il piano dei due mostri, fa loro le scarpe: è vero che sposta tutte le rocce e la terra, ma per costruirsi un’isola ancor più bella.
Mostro Blu e Mostro Rosso sono esterrefatti e anche un po’ invidiosi e così si dimostrano umili chiedendo al Mostro Giallo di poter visitare la SUA isola.
Entrambe le storie parlano ai bambini di cose che conoscono molto bene: liti tra amici degenerate e un nuovo arrivato nella compagnia che magari inizialmente non è ben accetto.
Questi due albi mostrano loro come uno specchio delle situazioni spiacevoli, ma del tutto normali. Se vi comportate così, sopraffatti dall’istinto non mediato dalla ragione, vi trasformate in mostri, sembrano dire questi sue albi.
Il tema delle parolacce… eh già, qua ce ne sono eccome!
Si poteva fare diversamente? Non credo.
Perché lo scopo in questi due albi è proprio abusarne, sputarne fuori il più possibile come in una sorta di bulimia verbale, per poi rendersi conto che si è esagerato, moderare i termini, chiedere scusa.
Certo senza esagerare nella scelta dei termini! Non sono mai offese gravi, ma buffe del calibro di quelle di Cornabicorna, per intenderci.
Leggevo in questi giorni di un esperimento di Rodari in cui faceva dire ai bambini tutte le parolacce peggiori che conoscevano, come se dovessero catalogarle (e qui si parla di roba tipo str… mer… putt…, non certo cretino o stupidino).
Il risultato era che poi non le dicevano più.
Non sto incoraggiando, naturalmente, a dire quante più parolacce si conoscono, ovvio. Voglio solo cercare di mostrare questi due albi da un punto di vista diverso.
Si può accettare questo metodo o rifiutarlo, giustamente ognuno la pensa come vuole.
C’è di certo che Due mostri e Tre mostri sono incredibilmente divertenti, soprattutto se letti con voce crescente e molto pathos a far vedere la rabbia crescente, a renderlo il più riconoscibile possibile per un bambino in ciò che vive quotidianamente.