Ultima modifica 20 Aprile 2015
Aveva 2 anni!
È morto in automobile, dove il suo papà lo aveva lasciato, solo, dalle prime ore del mattino, solo in un’automobile chiusa, legato alla sua poltroncina, sotto il sole.
L’aria è diventata irrespirabile, sempre più afosa, sino a raggiungere i 60°, e lui ha cessato di vivere, lentamente.
Come può succedere? Come può accadere che un padre dimentichi un figlio?
E non è la prima volta.
Non voglio parlare di chi lascia i figli per andare a divertirsi, a ballare o a giocare, quelli lo fanno volutamente, con convinzione per indifferenza, perché preferiscono così, perché i figli sarebbero loro d’intralcio, perché… ma non hanno bisogno, non cercano giustificazioni, agiscono così e basta.
Non parlo di quelli che, in altre faccende mentali affaccendati, dimenticano di avere un bimbo in macchina e, parcheggiatala, scendono, la chiudono accuratamente e ….vanno via.
E subito si da colpa allo stress della vita moderna, alle 1000 e più preoccupazioni, pensieri, idee che occupano la nostra mente…ma come possono queste cose far dimenticare quello che abbiamo di più importante nella nostra vita?
Evidentemente si, perché noi, forse, non siamo in grado di renderci conto, perché non abbiamo più, abbiamo smarrito il senso delle priorità della vita, dei valori veri. Ci lasciamo onubilare dalle contingenze, preferiamo l’apparire all’essere e ne siamo talmente condizionati dall’avere dimenticato l’ordine di importanza dei nostri doveri.
Non pensiamo più che i bimbi hanno bisogno di noi, non sono autosufficienti, non possono fare a meno del nostro aiuto, lo dimentichiamo troppo spesso incentrati come siamo sulla nostra persona.
Mi chiedo, quel padre, come gli altri che lo hanno preceduto, come si comportava abitualmente ogni mattina?
Posizionava il figlio sul sedile a lui riservato sul retro dell’automobile, gli allacciava la cintura, si sedeva al volante e poi? Si immetteva nel traffico completamente occupato alla guida, la mente che già correva ai problemi del lavoro?
E suo figlio? Un bimbo di 2 ani non si addormenta appena salito in macchina, di solito cinguetta senza posa ed è un pozzo di domande. Ma il padre, mi chiedo, lo ascoltava e dialogava con lui o, più spesso se non sempre, lo zittiva, gli imponeva di lasciarlo in pace perché lui aveva altro di cui occuparsi?
Solo l’abitudine di estraniarsi da quello che ci circonda per pensare solo a quello che riteniamo più importante può spiegare quella dimenticanza.
Quel padre aveva un buon lavoro, come pure la madre, quindi non avevano problemi economici e neppure mancavano loro gli aiuti, infatti il nonno era incaricato di ritirare il piccolo dall’asilo, quindi nessun problema esistenziale, o no?
Quello che si possiede non basta mai, non ci si accontenta e ci creiamo da soli i nostri problemi e ci si dimentica della realtà, della vita nostra e della nostra famiglia, dei bisogni dei piccoli.
Sarà questo il caso?
Se lo è, il padre sarà afflitto da un rimorso insostenibile, perché senza scusanti, se ha preso coscienza del suo operato.
E se è così la madre, sua moglie, lo potrà mai perdonare?
Hanno assistito ai funerali separati, non riescono nemmeno a piangerlo insieme. Un bambino e morto e la sua morte ha spezzato altre due vite, perché non si riflette in tempo?
Perché non si collocano al giusto posto le nostre priorità, perché ……?
non mi piace questo articolo. E’ superficiale e colpevolizzante, giudicante oltre l’accettabile e lascia intendere che i padri siano inadatti a seguire un figlio come farebbe una madre.
Quella vicenda e’ un baratro sul quale anche i migliori genitori si sono affacciati. Siamo costretti a una vita in cui gli impegni vengono incastrati al millimetro e la mente entra facilmente in un loop, creando falsi ricordi. L’ho accompagnato mio figlio al nido? si, l’ho fatto, ricordo anche le parole dell’educatrice che lo ha preso in consegna. E invece no, il bambino e’ nell’auto. Auguro all’autrice che la vita non la metta mai di fronte allo sgretolarsi delle proprio certezze.
oddio Rossella, ma ti rendi conto di cosa hai scritto? Cioè fammi capire. E’ possibile che un genitore si dimentichi il proprio figlio in auto? o meglio… puo’ capitare?
Semplicemente e rigorosamente NO.
La penso esattamente come te.
E’ orribile, ma succede.
dire che sia superficiale è veramente imbarazzante Sig.ra Rossella. Giudicante nei contronti di chi? di una persona che dimentica suo figlio in auto? ma mi faccia il piacere.
sinceramente anche lei nei termini è decisamente pesante nei termini.. solo che lei magari suo figlio ce l’ha ancora.
ho accompagnato mio figlio al nido, invece no è nell’auto e io scendo e vado al lavoro stressato. ma stiamo scherzando?????? io mi dimentico mio figlio? MIO FIGLIO!
No, mi spiace non mi piace la sua risposta. E’ superficiale e giudicante oltre l’accettabile nel rispetto di chi invece la sua vita la vive pensando.
Auguro all’autrice dell’articolo di non trovarsi mai in una situazione simile ovviamente, ma all’autrice dell’appunto auguro di capire quali sono le proprie certezze, e un figlio, mi spiace ma non puo’ non esserlo.
con la massima stima nei confronti di nonna li.
Adelaide
Non giudico. Ma una cosa ve la posso assicurare: un bambino, o nello specifico caso mio, una bambina di 2 anni, ma anche 6, SI PUO’ ADDORMENTARE QUASI ISTANTANEAMENTE in macchina. E’ un caso di mal d’auto. E non avete idea di quante volte mi giravo per guardare se c’era proprio perché, tanto silenziosa, temevo di averla lasciata da qualche parte. Ma io sono una mamma. I padri possono distrarsi molto più facilmente e ancor più se quella non era la routine ma una cosa eccezionale. Non sempre i papà accompagnano i bambini.
Insomma, un fatto sicuramente GRAVISSIMO, ma metterlo alla gogna… mi pare davvero esagerato. Non sappiamo nulla di quel papà, di quello che aveva in testa e magari anche pensieri pesanti da portarsi dietro. Pensate che ora dovrà vivere con questo peso, a parer mio, insopportabile.
ma infatti l’ articolo non è nato per mettere alla gogna il padre, di cui rispetto il profondo dolore e non posso comprendere come si senta ora…
ma vuole mettere in luce, le problematiche di questa società , di cui spesso ne diventiamo vittime inconsapevoli… da non renderci conto a cosa dare la priorità corretta… se al proprio bambino o i problemi del lavoro, che si possono affrontare a tempo debito… dopo aver fatto prima il dovere di padre…
io non mi meraviglio comunque della ” sbadatezza ” dei padri… è una realtà di cui dobbiamo prendere atto. Anche a me è capitato , che il padre di mio figlio , un pomeriggio doveva andare a prenderlo all asilo, e semplicemente perchè non era certo abituato , che allo scoccare di un ora , si deve correre per andare all asilo a ritirare il proprio pargolo… mi sento chiamare al telefono, e mi avvisano che il bambino non lo aveva ritirato nessuno. Certo io mi reputo molto fortunata… ma forse per pura sorte… non per tanto altro…