Ultima modifica 2 Settembre 2016

Elisa ha tre anni e fin da quando è nata ha sempre dormito prima nella sua culla e poi nel suo lettino nella sua cameretta.
L’incantesimo si è rotto da qualche mese, quando la piccola ha cominciato a manifestare disagio nell’andare a dormire da sola nel suo lettino: per addormentarsi chiede il contatto fisico con la mamma e non appena sembra sprofondare nel sonno e la mamma osa allontanarsi, Elisa immancabilmente si sveglia e reclama la vicinanza della mamma…finale? Dritta nel lettone, dove dorme beatamente tutta la notte!

bambino-fa-pipi-a-letto

Luigi ha tolto definitivamente il pannolino a due anni e mezzo, acquisendo velocemente il controllo sfinterico sia diurno che notturno, sia per la pipì che per la cacca. Tuttavia da qualche settimana capita non raramente che Luigi faccia la pipì a letto.

Due situazioni diverse ma per certi aspetti simili: dalla storia personale di questi bambini, risulta l’acquisizione di una tappa evolutiva importante e poi ad un certo punto, in modo apparentemente improvviso, la marcia risulta invertita.

Perché accade questo?

I bambini possono avere delle ‘battute di arresto’ senza che cio’ vada ad incidere sul loro sviluppo o sulla loro crescita.

Tuttavia se andiamo ad osservare con attenzione il periodo in cui possono comparire queste regressioni, di solito si individua sempre un motivo specifico: i cambiamenti, per quanto transitori e non patologici, hanno sempre una loro origine e dei motivi alla base.

Nel caso di Elisa, la difficoltà a dormire da sola nel suo lettino ha coinciso con l’inizio dell’asilo, dopo aver sempre vissuto i primi due anni nell’ambiente familiare, quindi in corrispondenza di un cambiamento importante che verosimilmente ha creato in lei una reazione di ansia che l’ha indotta ad aver maggior bisogno di protezione e contatto fisico con la mamma.
Luigi, invece, ha iniziato a manifestare l’enuresi notturna da quando ha vissuto un brutto episodio all’asilo con un compagno, che poi ha trovato una risoluzione e un superamento ma che comunque il bambino ha vissuto con disagio e paura.

Altre volte i fattori scatenanti possono essere cambiamenti di vita (l’arrivo di un fratellino, il cambiamento di casa, la partenza di una persona cara…), situazioni spiacevoli che possono creare spavento e disagio (un litigio, l’assistere ad un episodio critico…), una semplice influenza o malattia che può determinare una “battuta di arresto” o talora una temporanea regressione sul fronte evolutivo…

Al di là di quali possano essere i motivi, l’importante è non incorrere in reazioni ansiogene e allarmanti ma cercare prima di tutto di analizzare la situazione e capire quali possano essere i fattori scatenanti. Poi è opportuno mantenere un atteggiamento calmo e paziente ma anche stimolante e incoraggiante al superamento del momento critico e alla ripresa della regolarità, senza indurre nel bambino né sensi di colpa né allarmismo per il momento critico che sta vivendo.

 

La redazione del magazine. Nato nel maggio 2013, da marzo 2015, testata registrata al tribunale di Milano. Mamme di idee rigorosamente diverse commentano le notizie dell'Italia e del mondo, non solo mammesche.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here