Ultima modifica 17 Giugno 2023
In classe, quest’anno, con la prima, abbiamo istituito “L’Ufficio Oggetti Smarriti”: una scatola di colori, colle e pastelli, già piena a metà a neanche due mesi di scuola.
E fuori dalla classe, appesi in bella vista, almeno cinque o sei giubbetti e felpe in cerca di un proprietario.
Nessuno li reclama, nessuno li richiede.
Eppure qualche genitore è venuto a lamentarsi.
Perché ricomprare matite, gomme, temperini e colori in continuazione scoccia e comincia anche a pesare sul budget familiare.
Purtroppo i bambini di quell’età non riescono minimamente a rendersi conto del materiale che manca nei loro astucci e la cosa più incredibile è che non riescono neanche a vedere che la propria matita o la gomma sia semplicemente caduta sotto il banco.
“E’ sparita, maestra!” o (più frequentemente) “Me l’ha presa…”!
Se il senso della proprietà per quel che riguarda gli oggetti personali o i giochi è fortissimo, allo stesso modo non lo è il senso di appartenenza dei loro oggetti scolastici e dell’ordine.
L’ordine è forma mentale ma va anche educato, almeno nella sua specifica di “ogni cosa al suo posto”.
Ma intanto perché i bambini a scuola sembrano perdere tutto e non vedere neanche se un pastello si va a nascondere sotto le pagine di un quaderno?
Sicuramente perché non sono “molto interessanti”.
Ovviamente se è un giochino a perdersi ecco che lo notano ad una velocità stratosferica ricordandosi esattamente dove lo avevano visto l’ultima volta.
Ho l’impressione, però, che spesso siamo noi genitori a non educare i figli all’ordine, semplicemente perché ci pensiamo noi.
Andiamo talmente tanto di corsa che non diamo loro la possibilità di organizzare il loro astuccio e il posto dei loro oggetti.
Alcuni bambini non si ricordano neanche cosa avevano o come sono fatti i loro colori, ecco perché poi non riescono a riconoscere il loro materiale dalla famigerata scatola degli oggetti smarriti.
Eppure educare i bambini all’ordine è importante. Fondamentale.
Non esistono più neanche i tempi per fare le attività in sequenza.
I bambini sono talmente “multitasking” abituati a fare più cose contemporaneamente (fare i compiti e guardare la televisione, giocare ed avere il computer con la musica accesa in sottofondo, ecc) che non riescono a eseguire una consegna in sequenza, con ordine appunto, ma spesso iniziano dei compiti lasciandoli a metà.
A scuola abbiamo attuato la tecnica di riporre tutto il materiale nello zaino quando si cambia la materia, di guardare se c’è del materiale sparso per terra, di buttare le cartacce serve proprio a far prendere coscienza ai bambini del proprio materiale ma anche sulla necessità di tener pulita ed i ordine la classe e le stanze in generale.
Abbiamo deciso anche di far preparare i bambini all’uscita almeno dieci minuti prima del suono della campanella per evitare che siano buttati alla rinfusa nello zaino i quaderni e l’astuccio con i colori.
Magari sacrifichiamo un po’ di tempo che sarebbe dedicato alla didattica ma secondo noi insegnanti ne vale la pena.
E lavorando in sinergia con le famiglie questa è una sfida che si può vincere.