Ultima modifica 24 Agosto 2020
Ho letto questa citazione di Pitagora sul web ed ho cominciato a riflettere.
Sembra una frase scontata, forse anche banale, ma nasconde il mistero della vita.
Educa i bambini e non sarà necessario punire gli uomini.
Quante volte avete sentito dire o avete pensato che in questo momento non c’è futuro, o che noi stiamo pagando per gli errori fatti dai nostri genitori?
Ma di quale futuro si parla, e di quali errori?
Cosa c’è stato di sbagliato e perché noi non riusciamo a migliorare per permettere alle future generazioni di non essere “punite”?
Tutti noi abbiamo completamente perso di vista il significato della parola EDUCARE, forse perché se ne parla troppo. Un controsenso? Si.
Ormai siamo tutti sotto l’occhio del ciclone: insegnanti, genitori, nonni.
Nessuno è più libero di decidere, di agire, di educare.
Si comincia quando il feto è nella pancia della mamma.
Luminari della scienza e statistiche ci dicono come comportarsi, cosa mangiare, cosa bere, come parlare, come muoverci. Appena il bambino nasce viene messo sotto la lente d’ingrandimento.
Tutti sanno quando deve aprire gli occhi, quando deve dire la prima parola, quando deve fare il primo passo.
E se non lo fa nei tempi stabiliti e “decisi”, sicuramente c’è qualcosa che non va.
Dall’ingresso all’infanzia poi cominciano gli esami.
Prove per la dislessia, prove per la disgrafia, compiti di realtà, invalsi…
Tutto questo per cercare di “includere” e di stare al passo con i tempi.
Ma è veramente così?
Secondo me abbiamo solo perso la naturalezza di insegnare ai bambini a vivere, perché educare significa proprio questo: permettere ad un individuo di crescere con libertà, attraverso la scoperta delle sue potenzialità e delle sue ricchezze interiori.
Un bambino educato ad essere se stesso diventerà un uomo sicuro e responsabile.
Un bambino messo in continuazione sotto il riflettore perde il piacere della scoperta perché deve dimostrare in continuazione di essere nella norma, piuttosto che domandarsi il perché delle cose.
I bambini hanno il diritto di sbagliare, hanno il diritto di essere “diversi”, hanno il diritto di essere bambini.
Nel nostro futuro non abbiamo bisogno di geni, ma di uomini e donne che sanno affrontare con sicurezza e semplicità i problemi della vita quotidiana.
Senza sfuggire per paura di sbagliare e per paura di essere puniti da una società che non lascia spazio all’errore.
E allora, fermiamoci un attimo a riflettere, non lasciamoci trasportare dalla scia, non permettiamo agli altri di decidere per noi.