Ultima modifica 20 Giugno 2019
“Cara Samantha,
immagino che adesso tu stia vagando per lo spazio infinito. Spero che tu stia bene; qui sulla Terra, a parte qualche terremoto, tutto tranquillo….
Com’è la terra vista dallo spazio? Ma soprattutto, com’è il suono dell’Universo?
Io posso solo immaginare lo spettacolo dello spazio che tu puoi vedere dal vivo. Probabilmente quando tornerai sulla Terra sentirai la mancanza dello spazio, ma sicuramente ripartirai per un’altra missione. ”
C.L.
Giulio che, di nascosto, mentre cerchi il gesso per iniziare, trafuga dalla cattedra il libro con le foto scattate da Hubble e rimane lì, immerso tra le galassie.
Benny che si guarda intorno, alza la mano timida e dice quasi sottovoce ( si vergogna, ma le scappa) : “Ho una domanda… ma… noi, cioè, siamo sospesi, non ci tiene niente su… e, ma, non stiamo nemmeno dritti”
La curiosità, motore di tutto. La chiave di accensione della conoscenza.
Quante domande e quante certezze.
E quella più grande: voglio sapere.
Dobbiamo avere coscienza di quello che andiamo a distruggere nel momento in cui li ignoriamo o quando gli diciamo un schhhht di troppo.
Il delicato equilibrio che c’è tra domanda e risposta mi somiglia tanto a quello che c’è tra richiesta d’affetto e carezza. Fa parte dell’anima e non solo del cervello.
Se li lasciassimo liberi di conoscere, loro volerebbero di conoscenza.
Se non li intrappolassimo troppo nell’esercizio, aprirebbero le ali della logica come quelle di un aquila.
A scuola ci vuole tutto, lo so, però il luccichìo negli occhi…. non so, forse dovremmo guardarlo fisso, dovremmo “perderci tempo” ad osservarlo per capirne l’intensità, in modo da intuire il verso che deve prendere un’ora di scuola.
Mario Lodi :” La scuola ha bisogno di “maestri ignoranti” che sappiano imparare dai bambini e con i bambini il loro modo di leggere il mondo.”
Io vorrei tanto essere una di quei maestri ignoranti, lo ammetto.
Pensavo, quanti genitori vorrebbero essere una mosca per vedere come sono a scuola i loro figli!?
Quando esplodono le domande, quando li vedi che si divertono pensando che l’ orthomyxovirus sembra un mostro preistorico mentre è solo il virus dell’influenza; quando hanno i volti impressionati dalle foto aeree delle Alpi, o quando inventano storie improbabili per provare a memorizzare elenchi di monti o province.
Quando chiedono “Com’è il suono dell’Universo?” a me esce la lacrima.
Vuol dire che tutto sommato, nonostante le divisioni a tre cifre, non siamo riusciti ad interrompere il delicato anello che lega cuore e cervello.
Ecco, cari genitori, la voglia di conoscere e l’amore per il conoscere è la parte più bella che possiamo raccontare da dentro.
Dal capitolo “Emozioni di una #maestraametàmaggio”
Ylenia Agostini