Ultima modifica 21 Aprile 2021
Recentemente si fa un gran discutere di famiglia “tradizionale”, quasi a volerla contrapporre ad un’ipotetica famiglia “non tradizionale” (come, ad esempio, quella composta da due persone dello stesso sesso).
Molti sembrano non accorgersi (eppure basterebbe guardarsi intorno!) del fatto che le famiglie “tradizionali” – cioè quelle composte unicamente da genitori biologici – già da tempo non costituiscono più la norma, a causa del notevole aumento delle famiglie cosiddette “ricostituite” (o di seconda generazione) ovvero quelle famiglie dove almeno uno dei due adulti non è il genitore naturale dei bambini e dove si creano, col tempo e la stabilità degli affetti, dei legami non-di-sangue.
Il sistema valoriale della società italiana è ancora saldamente ancorato alla famiglia come luogo privilegiato di relazioni ed affetti; di conseguenza le famiglie “ricostruite” non riescono a trovare alcun supporto utile dal momento che il contesto culturale non riesce a vederle.
Ne consegue che le famiglie “ricostruite”, essendo invisibili – eppure parliamo di oltre un milione di famiglie italiane! – sono lasciate sole ad inventarsi soluzioni per problemi inediti (sebbene cruciali ed urgenti), mentre quello Stato che se ne dovrebbe occupare è assente poiché incapace di gestire e superare la propria arretratezza.
In definitiva: la società civile si trova in una posizione più avanzata rispetto alla politica, alla giurisprudenza, alla fiscalità, all’amministrazione comunale, alla scuola…
E’ forse necessario iniziare a ripensare alle relazioni familiari?
Perché si tratterebbe, anche nel diritto, di pensare ad ruolo per le figure della matrigna e del patrigno, senza scalfire la filiazione o indebolire la posizione genitoriale.
Si tratterebbe di valorizzare le relazioni affettive che nascono e si sviluppano nelle nuove famiglie poiché, allo stato attuale, in assenza di un sistema culturale che le riconosca, rischiano di diventare degli ostacoli invece che delle opportunità di crescita oltre che delle risorse d’amore aggiuntive.
Un caro saluto dalla vostra
Glinda