Ultima modifica 26 Aprile 2017
Abbiamo appena terminato il convegno nazionale dell’associazione “Genitori si Diventa”, associazione di cui faccio parte. Tre giorni di incontri con vecchi e nuovi amici, lunghe sedute di lavori su una serie di argomenti di interesse nel campo dell’adozione, di lavori svolti insieme ai ragazzi ed ai bambini dalle operatrici dell’associazione, di ricreazione per adulti, ragazzi e bambini e momenti di intenso piacere eno-gastronomico nell’accogliente Umbria.
È sempre bellissimo ritrovare ogni anno persone che si conoscono da tempo ma con le quali ti puoi oggettivamente vedere poco a causa delle distanze e persone con cui magari parli anche tutti i giorni ma che non conosci di persona, eppure le conosci talmente bene, visto che sono le persone alle quali affidi i tuoi dubbi, le tue emozione e le tue angosce o tramite internet o tramite telefono, che le riconosci ancor prima di esserti detto effettivamente chi sei.
Finalmente associ un viso a quei bimbi dei quali magari sai vita, morte e miracoli ma che non hai mai potuto vedere. Associ occhietti vispi di bimbi piccoli, rivedi visi, magari con il muso lungo davanti agli adulti ma pieni di allegria quando si trovano finalmente fra loro, di adolescenti che solo un anno prima erano ancora bimbetti, un pot-pourri di lineamenti e colori dati dai mille paesi di provenienza, un’esplosione di gioia, risa, strilli e chiacchiere.
Eppure in questa atmosfera di festa si lavora, e si lavora tanto, su argomenti importanti per l’associazione.
Si va dal lavoro svolto durante l’anno dalle varie sezioni sparse su tutto il territorio italiano che sono impegnati ad accompagnare le coppie su tutto l’arco dell’adozione al parlare di scuola e adozione passando per la necessità di approfondire il modo per aiutare le famiglie più in crisi.
Quello che è emerso da tutti i lavori è l’impellente necessità di tessere letteralmente una rete di supporto composta da più figure come psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri ma anche avvocati, mediatori familiari e culturali ai quali sia possibile rivolgersi, un’equipe a disposizione delle coppie e delle famiglie nei casi in cui emerga uno specifico bisogno.
Si è rinnovato l’impegno a cercare di instaurare un rapporto di collaborazione fra associazione e organi preposti alle adozioni quindi servizi adottivi, tribunali ma anche con i servizi territoriali, pediatri e scuola al fine di tutelare e rendere il più lineare possibile l’inserimento, sia in famiglia che nel tessuto sociale, dei bambini che arrivano tramite l’adozione sia nazionale che internazionale.
Argomenti quindi sempre importanti e in continua evoluzione.
Bellissimi anche i lavori proposti agli adolescenti differenziato per fasce di età dove le esperte hanno utilizzato lo strumento che i nostri ragazzi ogni giorno usano, WhatsApp, dimostrando che la tecnologia se ben usata può diventare strumento utile a far girare sentimenti oltre che parole. Insomma, tre giorni ricchi di tante cose e di tante emozioni durante i quali si crea un’atmosfera veramente magica, dove si sente e si respira principalmente una cosa: l’amore.
L’amore di noi genitori per questi figli arrivati, da vicino o lontano poco importa, che hanno arricchito e rivoluzionato la nostra vita e l’amore che i nostri figli provano per noi.
Amore che vedevi nei piccolini quando, nonostante fossero intrattenuti dai boyscout della zona con mille giochi e passatempi vari, ogni tanto entravano in sala lavori per cercare mamma o papà e rubare un abbraccio, lo vedevi negli adolescenti che, nonostante le ruvidezze tipiche dell’età e l’indipendenza spavaldamente esternata di fronte a tutti, cercavano con gli occhi i visi dei genitori.
Una meraviglia guardarli riuniti in gruppi più o meno numerosi ridere e confabulare fra loro come tutti i normali adolescenti e soprattutto come se tutti si conoscessero da sempre.
Lo vedevi in quelli, ormai adulti o quasi adulti, che si occupavano con tenerezza quelli ancora spaesati in mezzo agli altri a causa del recente arrivo in famiglia. Una bellissima energia, la stessa che ogni famiglia adottiva crea ogni volta che si forma perché è dall’amore che queste famiglie si creano.
Poco importa se il DNA è differente, è il cuore che batte ad essere identico.