Ultima modifica 18 Giugno 2018

 

Nasce l’Aidag,l’Associazione altruistica e gratuita di donazione dei gameti: si tratta della prima associazione che accoglie tutte le persone che intendono donare un proprio ovulo o spermatozoo in pieno anonimato, consentendo ad una coppia sterile di coronare il sogno di diventare genitori.

L’associazione è stata presentata in occasione del convegno che si è tenuto il 5 giugno scorso alla Camera dei Deputati, dal titolo “La tutela della salute per le coppie infertili e sterili dopo le sentenze della Corte Costituzionale”, allo scopo di promuovere la possibilità di aiutare, attraverso la donazione di ovuli e spermatozoi, le coppie sterili ad avere un figlio.
Le donazioni dovranno avvenire solo da parte di uomini e donne in buone condizioni di salute e di un’età compresa tra i 25 ed i 35 anni, saranno del tutto volontarie e gratuite. Inoltre, le coppie che riceveranno i gameti non potranno scegliere il donatore, con un limite di età per la donna ricevente che dovrà essere di 50 anni.


fecondazione_eterologa
Maria Luisa Costantini, avvocato calabrese, trentenne, madre di due figli, è la prima iscritta. Spiega, con forte sentimento, in un’intervista a Repubblica, perché regalerà i suoi ovuli ad un’altra donna.
“L’ho fatto perché è un dono che a me costa poco, ma è capace di cambiare per sempre e in meglio la vita di altri” . Il suo vuole quindi essere un regalo, un gesto che a lei costa poco ma ad altri può cambiare la vita, in meglio.Fortunatamente lei non ha avuto problemi ad avere figli, ma come dice, conosce molto bene il dolore di chi è sterile, di chi per malattia non riesce a restare incinta, oppure perde il bambino.

“Ogni bambino è una combinazione irripetibile, ogni esistenza è diversa e poi è talmente più importante non vedere più il dolore di chi è sterile. Il vero genitore è chi ti cresce, chi ti sta vicino. Comunque sono ovviamente per la donazione anonima. Una persona, uomo o donna che sia, dona un gamete. In quel caso non ha alcuna aspirazione a fare il genitore del bambino che verrà”.

Le parole di questa donna sono balsamo per il cuore di tante. Sono la speranza, la prospettiva nuova. Ho sempre pensato che la fecondazione eterologa fosse un gesto d’amore. E sono felice che, altre donne, la pensino come me.

Raffaella Clementi

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