Ultima modifica 21 Aprile 2021
Il Natale è quella festa che vede tutta la famiglia riunirsi per cenare assieme e scambiarsi auguri e regali. Anzi, a volte è l’unica occasione per potersi rivedere se durante il resto dell’anno si vive lontani: ci sono i nonni, gli zii, i cugini… e tutto il parentado, amici d’infanzia inclusi.
Questo è ciò che in genere accade nella famiglia più classica, canonica e tradizionale.
E invece cosa succede nella famiglia dove i genitori sono separati? Cosa succede nella famiglia dove magari uno o entrambi i genitori hanno un nuovo stabile legame affettivo? Cosa succede nella famiglia allargata con figli nati da un precedente matrimonio e figli nati da un’unione successiva?
A volte esistono nuove figure che diventano un importante punto di riferimento e, quindi, fonte di affetto e sicurezza per i bambini, contribuendo a favorirne serenità ed equilibrio. Figure che talvolta, in occasione delle feste, sono costrette a farsi da parte perché ritenute “parte aggiunta”.
Purtroppo, vuoi per una “prassi consolidata” vuoi per pregiudizi ideologici di cui è ancora intrisa la nostra società “cosiddetta” moderna, bisogna inevitabilmente constatare che uno dei più grossi limiti del nostro Diritto di Famiglia è che si tengono in eccessiva considerazione i desiderata dei genitori considerati da sempre come “prioritari” anche a discapito della volontà stessa dei figli.
Figli che – in occasione delle feste comandate – finiscono poi per essere travolti da sentimenti discordanti: allegria e tristezza, consolidamento dei legami affettivi e relativi sensi di colpa.
Alcuni genitori separati, così come consigliano certi psicoterapeuti, decidono di condividere i momenti importanti della vita della prole; da una parte ciò può essere positivo poiché il bambino vede i genitori che continuano ad esercitare il proprio ruolo genitoriale ancorché divisi; dall’altra però può essere anche negativo perché finisce con l’alimentare nel bambino un’aspettativa – la speranza che i genitori possano tornare insieme – molto spesso disattesa, col risultato di trasformarsi in fonte di ulteriore frustrazione. Dubbi sulla correttezza delle decisioni prese e mancanza di confronto ed accordo tra i genitori finiscono per generare uno stato di insicurezza che viene inevitabilmente percepita dai figli come una cappa d’ansia e stress emotivo.
Una buona organizzazione è un’impresa davvero ardua e difficile…. Percui ricordiamocelo e, soprattutto, ricordiamolo “a chi di dovere”: se la famiglia allargata può diventare il luogo di un riscatto affettivo tutti, ma proprio tutti, hanno l’obbligo morale perché ciò si realizzi.
Buon Natale!
Glinda