Ultima modifica 20 Giugno 2019
Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi.
Questo è il detto che conosco da sempre e che da giovane ho utilizzato anche io come scusa per evitare il classico pranzo di famiglia, anche se ho dei bellissimi ricordi legati a questa festa.
Il risveglio della domenica di Pasqua, dopo la celebrazione notturna in parrocchia, è sempre stato un momento molto importante in casa mia. Una colazione/pranzo – oggi diremmo bruch – da fare tutti insieme, compresi amici e parenti stretti, nel salotto di casa decorata da grande occasione.
Uova dipinte nei giorni precedenti dentro il loro cestino di cartone pressato anch’esso dipinto come un trenino con tanti vagoni colorati. Pizza al formaggio rigorosamente umbra – origini di papà – corallina e tanto ben di Dio da gustare dopo il digiuno, più o meno osservato, accompagnato da cioccolato caldo come da “tradizione”.
Questo memoriale rimane vivo in me e a volte ne sento la mancanza e mi dispiace non aver proseguito tale tradizione anche con i miei figli.
Continuo a partecipare alla messa di mezzanotte, a tirare tardi poi con gli amici di sempre ma la mattina non c’è più la mia mamma a preparare la colazione.
Diciamola tutta dovrei essere io a prendere ora il suo posto, ma ahimé, non ho proprio la tempra delle mamme di una volta!
Sono sicura che un domani i miei figli avranno altro da ‘ricordare’, altri momenti da far diventare un memoriale, ossia un ricordo vivo che non potrà lasicarli indifferenti, che li costringerà, come me ora, a fare i conti con un passato fatto di emozioni, di affetto e di tanto tanto amore.
Buona Pasqua a tutti
Paola Bianconi