Ultima modifica 7 Febbraio 2017
Hanno sempre ridicolizzato i giovani italiani che, per antica abitudine, lasciavano la casa dei genitori solo il giorno del loro matrimonio, e oggi che si sposano tardi o spesso restano single?
I tempi sono cambiati e chi può abbandona il vecchio nido per trovare una sua libertà non sopportando le limitazioni che sono proprie di una convivenza con i genitori che hanno, normalmente, abitudini diverse, mentalità diverse e, soprattutto, di età diversa.
A volte, poi, le circostanze della vita li obbligano a ritornare, ma il ritorno è sempre vissuto come una sconfitta, come una necessità, come il minore dei mali, tornano con le pive nel sacco e solo quando non ne possono fare a meno, come ultima spiaggia.
Tornano come ospiti e soprattutto i maschi, scambiano la casa come un albergo, dove rifugiarsi, dormire, mangiare e farsi i fatti propri e si fanno accudire in tutto e per tutto dalla mamma, come se per lei fosse un obbligo, l’unica ragione della sua vita, come se non ne fossero mai usciti, sicuri di avere tutti i diritti e nessun dovere e, almeno quando i genitori non ne hanno bisogno per vivere, difficilmente contribuiscono finanziariamente.
Si conducono come coloro che sono stati chiamati mammoni da un nostro Ministro della Repubblica, sinceramente, però, devo dire che molte mamme italiane, almeno quelle di più antico stampo, ne sono felici e li coccolano teneramente.
Ma questa abitudine nostrana sembra aver contagiato anche i giovani statunitensi, si perché le statistiche recitano che il 34,6 % delle femmine e il 42% dei maschi vive, o ha vissuto nell’ultimo anno, con i genitori.
Molti, moltissimi di più che nel recente passato quando si iscrivevano in College di altre città e iniziavano il loro viaggio nel mondo alla ricerca della propria libertà, per la voglia di vivere a modo proprio, senza costrizioni, senza neppure un’ occhiata di rimprovero, di ammonimento ne di palese disapprovazione o compiacimento, liberi di determinare i propri limiti e i propri spazi.
Non se ne vanno più come prima e, se se ne vanno a volte ritornano. Perché?
Giocoforza e con la coda tra le gambe come molti italici fanciulli? Sembra proprio di no.
Tornano, o proprio non se ne vanno, per convenienza, per scelta. Fanno 2+2 e… decidono che vivere con mamma e papà è meglio, certo quando i genitori sono comprensivi, aperti, in un certo senso moderni.
Quando rispettano i desideri, il modo di vivere dei figli, le loro necessità, ma non è chiaro se anche i figli li contraccambino.
Una ragazza ci ha provato, poi è tornata senza problemi, con una semplice telefonata. Si è informata se la sua vecchia camera era ancora libera ed è tornata armi e bagagli, li ha sistemati ed è uscita per recarsi al lavoro.
Continua la sua vita di prima, pur vivendo con mamma e papà che considera come compagni di stanza, esce, lavora, frequenta il suo fidanzato, fuori ed in casa che i genitori, comprensivi, abbandonano temporaneamente con una scusa, vive interamente la sua libertà senza problemi.
La sua filosofia è che non era affatto divertente vivere da soli e che non aveva senso buttare i soldi dalla finestra solo per pagarsi un affitto e vivere in autonomia.
Convenienza, pura e semplice convenienza!
Chiaramente non è una scelta affettiva.
Vivere, anche se parzialmente, a carico dei genitori le permette di risparmiare denaro utile per comperarsi una caso o, perché no… vivere meglio la sua vita futura, se e quando realizzerà i suoi progetti matrimoniali, per ora labili e lontani nel tempo, questo è quanto le serve, questo è quanto le interessa.
Se tutti, o molti, giovani americani la pensano così sono proprio tanto diversi dagli italici mammoni?
Queste sono le giovani generazioni?
Mamma mia!